Si inizia il 27 agosto alle 7 del mattino con la TDS "Sur les Traces des Ducs de Savoie", gara di 120 Km e 7250 m D+.
Schierati sulla linea di partenza carichi come non mai:
Lisa Borzani
Massimiliano Tebaldi
Muro Schiavon
Massimo Marini
Grandissima supporter alla trasferta, nonchè fotografa ufficiale del team Emanuale Lazzari, la Grande Manu.
Allo sparo scattano immediatamente Lisa e Mauro pronti a fare la loro gara al massimo delle prestazioni.
Io e Massimiliano invece partiamo più cauti, abbiamo deciso di fare gara assieme, l'obiettivo è quello di arrivare alla fine godendoci anche il panorama in questi luoghi meravigliosi.
Alla fine tutti abbiamo concluso la nostra prova con Lisa che conquista il 2° gradino del podio della categotria femminile.
Il 29 agosto invece alle 17.30, sotto ad un diluvio, Gabriele Giraldo mitico IRONMAN dal il via al suo sogno nel cassetto ormai da tre anni, l'UTMB, gara di 168 Km e 9600 m D+.
Gara dura a causa la pioggia e il fango che hanno reso il percorso molto difficile. Però Gabriele non è tipo da mollare le sfide a metà e riesce a concludere la propria gara con un tempo di tutto rispetto.
Di seguito riporto la cronaca della TDS scritta da Massimiliano:
TDS
Non
so da dove cominciare, non c'è soltanto una gara dentro a questa avventura, c'è
molto di più. La TDS, “Sur les Traces des Duca de Savoie” parte da lontano,
parte da un allenamento sotto il diluvio
di una giornata di fine marzo dell'anno scorso, dai colli di Villa di
Teolo. Li ho iniziato ad allenarmi e condividere questa passione con un gruppo
di amici. Li mi sono nutrito dei racconti di chi aveva già corso questo tipo di
gare, li come uno scolaretto ascoltavo e ascoltando ho fatto 45 km sotto il
diluvio e li ho capito che si poteva andare oltre alla maratona, che forse
avevo trovato qualcosa che sapeva ancora soddisfare la mia voglia di correre,
un nuovo tipo di corsa ,bello, affascinante, intrigante.
Ascoltavo
chi parlava di km e distanze che a me sembravano enormi, ma a loro sembravano
normali. Raccontavano con semplicità quello che è il trail, quello che avevano
vissuto in gara, racconti che mi coinvolgevano, che mi appassionavano, che mi
incuriosivano. Li è nata la mia voglia di fare un ultratrail, di provare ad
andare oltre, di mettermi alla prova.
Ci
sono arrivato un po' alla volta, ho alzato l'asticella fino ad arrivare alla
TDS, fino a vivere di persona quello che prima sentivo raccontare, fino a
toccare con mano e sopratutto piedi, cosa voleva dire.
Ho
sempre visto e ancora adesso lo vedo, il trail come un mondo semplice, un mondo
di sguardi, di poche parole, di intese. L'ho sempre raffigurato nella mia mente
come una serata condivisa attorno ad un camino mangiando e raccontando le
avventura di ciascuno, una raffigurazione un po' romantica o retorica se
volete, di un mondo oramai quasi estinto...... ma è quello che io vedo, è
quello che forse io cerco e ho trovato.
Ecco
la mia TDS, prima di tutto, è questo. Non è stata una semplice gara, è stato un
percorso, una serie di momenti, di viaggi che mi hanno portato qui.
La
mia prima vota oltre i 100 km. Questo era l'obbiettivo della stagione, questa
era la gara che avevo messo in calendario per provare la grande avventura, si
prima c'era stata la dolomiti sky run, ma quest'ultima si era aggiunta strada
facendo, invece la TDS l'ho cercata e voluta più di tutto, affascinato dai
racconti della Lisa... la piccola grande donna del gruppo.
La
Lisa, il suo entusiasmo, le sue tabelle, ci ha coinvolto tutti con la sua
passione: la Lisa e Paolo, i nostri Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, risate
e consigli, due grandi campioni, due persone vere.
Oltre
ad essere la prima gara oltre i 100 km, è stata la prima gara in Valle d'Aosta.
Una
sorpresa l'entusiasmo di questa valle per questo sport. Si respira aria di
trail, una situazione nuova, un entusiasmo crescente.
Un
paese, Courmayeur, pienamente coinvolto da questi eventi. Le radio locali
parlano con entusiasmo del prossimo Tor de Gèant, preannunciano dirette, live.
Se
ne parla come a Milano si parla del prossimo derby calcistico, c'è entusiasmo,
il paese è vestito a festa, la TDS sarà l'antipasto, il piatto forte sarà il Tor.
In
questa atmosfera, sogni, se già su in quelle montagne che circondano il paese,
sulle quelle vette che sfoggiano la loro bellezza.
Naso
all'insù e sguardo in alto per ammirarle e testa li, dentro alla montagna. Ti
vedi già nella corsa, cerchi di immaginarti cosa sarà, il cuore ti palpita nel
petto, le gambe si fanno pesanti, gli occhi si emozionano, non riesci a
nascondere il tuo stato di agitazione, la montagna ti entra dentro si appropria
dei tuoi pensieri, non c'è altro, c'è spazio solo per lei in quei momenti.
Guardo
la Manu che è venuta ad accompagnarmi, condivido con lei questo momento, anche
se non lo dico, sono come la montagna.....
silenzioso.
Notte
passata come sempre, divisa tra sogni, risvegli, ansie.... maledetta
vigilia..... invidio chi riesce a staccare la spina, a dividere le cose, ad
accendersi al momento giusto....
Mattina,
ci siamo, siamo pronti. Un fiume di gente verso la partenza, siamo in tanti,
mai visti così tanti ad una corsa di trail, gli organizzatori parlano di più di
1600 persone, un fiume di speranze che alle 7,00 parte da Courmayeur e
attraversa il pese prima di cercare le cime. I miei occhi si riempiono di
lacrime un nodo mi sale in gola, Mauro se ne accorge mi stringe, mi fa
coraggio, Massimo è a fianco a me, faremo gara assieme, Mauro ha motore a giri
più alti lo lasciamo andare al suo ritmo, noi procediamo con cautela.
Finalmente
è partita, basta con i se, con i ma, ora un solo obbiettivo Chamonix !!!!
Una
liberazione la partenza, la tensione si allenta, il corpo respira, si
rasserena, non c'è più motivo di agitarsi, ora sei dentro, si alzano come
sempre i battiti del tuo cuore, procedi nel fiume umano che ti spinge in alto.
Segui la scia, controlli che il tuo amico sia al tuo fianco, e procedi, inizi
il tuo viaggio.
Giornata
stupenda, sole alto, il giorno prima una interminabile pioggia ci aveva
spaventato, oggi il sole ci riscalda. Si comincia a salire, io e Massimo
insieme verso questa avventura, questo viaggio che non sappiano cosa ci
riserverà. In una gara lunga non basta essere allenati, ci sono particolari che
possono fare la differenza, un colpo di freddo e la gara può finire, una storta
e addio traguardo, la montagna la natura, ti riserva sorprese, bisogna saperle
gestire.
Partenza
calma, poche parole confuse nel rumore dei bastoncini, focalizzi il territorio,
ti guardi attorno, vedi cosa c'è sopra di te, spii i tuoi vicini, cerchi con lo
sguardo la complicità del tuo compagno d'avventura, poi ti concentri e cominci
a spingere, prima salita, si va a 2200 metri circa.
L'aria
è fresca, ma si riscalda subito, non pensi ai km ma pensi al primo obbiettivo,
comincia il gioco di dividere il percorso a tappe, così è più corto, così fa
meno paura.
Le
montagne accanto a te, di lato, le cime innevate, davanti Massimo che detta il
ritmo, ti senti sicuro, nessuna paura, nessun timore. Le gambe procedono con
voglia i piedi si danno il cambio in perfetta armonia, le mani stringono i
bastoncini che aiutano il tuo andare. Si sale fino al primo ristoro, un vento
freddo ti entra dentro. Ti raffredda in un attimo, ti ricorda dove stai
correndo, benedici il materiale obbligatorio, che prima ti sembrava tanto e ora
ti sembra essenziale, giacca vento a coprirsi. Massimo corre guardandosi
attorno, già immagina il suo Tor, lo vivrà tutto di un fiato, lo vivrà con la
passione di un bambino, quella passione vera senza malizia, quella passione
spontanea che ha dentro, che non ha bisogno di artifici. Con Massimo abbiamo
condiviso molti allenamenti, ci capiamo, nasce una complicità di gara che aiuta
ti da sicurezza. In mezzo ci sono i tuoi pensieri, i tuoi ricordi, i tuoi
obbiettivi. In alto c'è chi è venuto ad incoraggiare, qui capisci la passione
della gente per i suoi posti, sempre pronti al sorriso, all'applauso, al bravo.
Sono iniezioni di fiducia, che ti regalano adrenalina, che aiutano la tua testa
a non perdere il filo, a macinare chilometri senza domandarti quanti ancora ne
mancano, perchè quel numero che verrebbe fuori forse ti spaventerebbe.
36
km ristoro vicino, prima bisogna girare un laghetto e salire sopra attraverso
uno strappetto spacca gambe. Persone assiepate alla fine della salita
incoraggiano a gran voce. Scandiscono il tuo nome che leggono dal pettorale, ti
regalano un bravò, un super, courage. Li in alto la Manu, un urlo, il mio nome
gridato dalla sua voce, non l'avrei mai detto ma sentire la sua voce mi provoca
piacere.... però mantenete il segreto altrimenti.... sono finito...
Il
tracciato è duro, si scende a valle si arriva intorno i 1000 metri e dopo si
risale sopra i 2000, sali e scendi tosti. Tante discese infinite, con salite
che non finiscono più, vanno dritte in cielo senza zig zag, è una gara dura,
con Massimo ci diamo il turno anche nelle imprecazioni. Dal 51 km la corsa
cambia, diventa più selvaggia, più sentieri “montagnini”, salite tremende e
discese tecniche, dove le caviglie saltano da una roccia all'altra, cercando un
ritmo che non ti faccia sfracellare a terra e che allo stesso tempo non ti
rallenti troppo. In alto fa freddo, a valle fa caldo e il sole brucia il tuo
viso. Di tanto in tanto cerchi spunti in tutto quello che ti circonda, la
natura prima ti sfinisce e poi ti aiuta a continuare. Arriva la notte e con lei
il freddo. Sei stanco, i km cominciano ad essere tanti. Nei ristori ti godi
quel buonissimo brodo che ti scalda il corpo, che entra dentro e ti regala una
sensazione di benessere. I volontari tutti fantastici, li di notte con il
sorriso stampato, sempre pronti ad incitarti. Una scia luminosa si muove nella
montagna, spezzata in qualche punto dalla nebbia che oscura il tutto. Siamo li
io e Massimo, ci dividiamo sensazioni e confidenze di gara, ci aiutiamo a
vicenda, quando uno è stanco l'altro tira, ci alterniamo nell'incoraggiamento
reciproco, sappiamo entrambi che arriveremo in fondo, lo vogliamo, vogliamo il
traguardo, vogliamo la maglia da finischer. La mattina arriva senza preavvisi,
la montagna si risveglia, la notte è passata, la luce fa il suo ingresso,
illumina il tuo percorso. La montagna si riscopre, si mostra di nuovo, puoi
rinutrire i tuoi occhi della sua bellezza, nella notte hai apprezzato il suo
silenzio, ora il suo splendore. Sono sensazioni forti, sensazioni che ti
accompagneranno in questo viaggio e nei prossimi, sono attimi che al momento
non riesci a capire del tutto, ma ti rimangono bene impressi, li rivedi dopo,
quando tutto è finito, quando si spengono i riflettori sulla gara, quando ti
sdrai sul tuo letto a casa ancora pieno di adrenalina e il corpo anche se
stanco è ancora sveglio. Non vuoi abbandonare tutto quello che hai dentro hai
paura di perderlo, di non ricordare e quindi pensi e rivivi, rivivi tutto più
volte, passi tutto di nuovo, riordini le idee e le emozioni le metti via le
cataloghi, le fai tue ancora di più.
96
km, ultima salita e poi discesa con 8 km di piano finali. Salita devastante,
prima risalendo la pista da sci e poi risalendo il Col de Tricot, quello che
noi chiamiamo forcella loro chiamano col. Una salita incredibile durissima,
alla fine che ti mette alla prova, che ti sfinisce ma è l'ultima e si va su
senza fiatare, senza fermarsi, con Massimo insieme su con l'intento di vedere
il mondo dall'alto. Dura. Dura ma bella, incredibilmente bella, come la discesa
che ci aspetta dal lato opposto, discesa che ci porta giù a 1100 metri in pochi
km, oramai e fatta. Ultimi 8 km di piano forse i più brutti, quelli infiniti,
quelli che non passano mai.... ad attenderci una folla, passiamo in mezzo ,
bastoncini alzati e applausi, tanti applausi, mi sento come il vincitore, sono
il vincitore della mia sfida, Emozionante, il pubblico, l'atmosfera, il mio
amico Massimo di fianco, i miei bastoncini alzati, gli occhi gonfi e il cuore
fiero, ci sono è fatta, in fondo sotto l'arco la Manu, sento il suo grido
inconfondibile, mi emoziono.... è stata dura, mo ho vissuto qualcosa bello da
raccontare.... è stato bello.... linea è passata questa volta il viaggio e
compiuto.... una birra per favore !!!!!!
Massimiliano
Tebaldi