martedì 23 settembre 2014

21 SETTEMBRE 2014 MONTANARO TRAIL


Domenica al Montanaro Trail Gabriele Giraldo, Massimiliano Tebaldi e Paolo Pajaro hanno partecipato alla gara lunga, mentre Lisa Borzani ha partecipato alla gara corta.
Ottime le prestazioni da parte di tutti.
Paolo 1° di categoria e Lisa 2° assoluta categoria Fimminile.

Questo il racconto della gara scritto da Massimiliano:



Montanaro Trail
In questo ultime settimane avevo un po' messo da parte il trail.
Mi sono dedicato ad allenamenti su strada, così per cambiare un po' il tipo di corsa, per riscoprire il piacere di un gesto diverso, per poter guardare il cronometro come un alleato e non un nemico, per far rifiatare le mie articolazioni. Correre è bello, è' bello farlo in strada, in collina, in montagna.
Non sono un integralista, ma seguo quello che mi far star bene. La corsa è un modo per buttare via un po’ di stress e farla senza nessuna tabella che ti impegna mentalmente, farla solo seguendo l'istinto ti regala un po' di tranquillità, di benessere.
Alternare al trail la corsa su strada e viceversa, ti fa apprezzare di ognuna i lati positivi.
Seguendo questo “non schema”, ho sentito la necessità e la voglia di tornare a correre un ultra trial, di starmene in mezzo alla natura per delle ore senza preoccuparmi di nulla, di risentire e riprovare quelle sensazioni a me care di fatica e divertimento.
Di ritrovare quel miscuglio di battiti alterati, sudore, bellezza, natura che ti aiuta a non stancarti, che ti fa andare avanti per ore macinando chilometri.
Avevo bisogno di ritrovare il clima del trail, avevo bisogno di ritrovare la semplicità, di ri_apprezzare quell'aria famigliare, intima che questo ambiente mi ha sempre regalato.
Le grandi corse, i grandi ultratrail ti emozionano, ti esaltano, ti fanno sognare, ti regalano quel senso d'impresa che un po' tutti cerchiamo così è stato per la tds del monte bianco, mentre altri trail, come il Montanaro ti fanno sentire a casa, tra amici, in un clima famigliare. E' come quando uno ritorna al suo paese dopo essere andato via per lavoro, torni per ritrovare il posto da dove sei partito, da dove hai iniziato. Torni per sentirti coccolato, per ritrovare gli amici al bar della piazza.
Il montanaro è stato questo, un ritorno a casa. Pochi partecipanti circa 70 per la gara lunga e altrettanti per la gara corta, una gara intima, una gara per pochi, Ma quello che ho apprezzato è stato il contesto, la cordialità e l'ospitalità di questa regione, la Toscana, così burbera apparentemente, ma così vera e ospitale con chi sa meritarsi questo. La Toscana rinfresca i miei ricordi di infanzia, mia mamma é nata in un paesino dell'alto Lazio, vicino a Viterbo. I territori di San Marcello, ricordano quei posti dove con i miei cugini passavo ore in cerca di avventure, la campagna, la macchia il bosco sono a me famigliari. Per me è stato un po' come tornare indietro, questo trail mi ha fatto ricordare molto del mio passato, ho rivisto cose, episodi, immagini  che hanno accompagnato la mia adolescenza, per un attimo, mentre correvo, ho buttato via una quarantina di anni e sono ritornato bambino/ragazzo, correndo in mezzo ai castagni, ai faggi, agli abeti.
É stato un “viaggio” più duro del previsto. L'altimetria, come sempre, ti inganna. Sulla carta quell' elettrocardiogamma, non da la giusta proporzione. In mezzo ci sono piccoli strappetti che mettono a dura prova gambe e corpo, discesa che mettono in discussione il tuo equilibrio, cambi di pendenza che portano il tuo cuore a mille. Quello che non ti dice l'altimetria è cosa troverai in quel disegno che prima di partire scruti con attenzione per sapere cosa ti aspetta. Io ho trovato molto, ho corso godendomi i boschi, ho corso ricordando, come sempre, ho trovato la cordialità della gente, ho trovato amicizia, ho trovato il trail e questo è quello che volevo. Alla fine ho fatto 53km con 3080 metri di dislivello positivo e negativo, così recitava il garmin..... li ho fatti soffrendo un po', li ho fatti con piacere, mi sono divertito, ho tagliato il traguardo soddisfatto, ho avuto l'occasione di dividere questo viaggio con degli amici, con Gabriele, robocop, l'uomo che non molla mai, l'uomo che anche qui, nonostante un piede malandato è arrivato a fine, con Paolo e Lisa che ci hanno ricordato il loro TOR, ho rincontrato amici o conosciuto nuovi amici…. è stata una bella domenica è stata una bella gara......... una birra per favore
Massimiliano Tebaldi


martedì 16 settembre 2014

TOR DES GEANTS 2014


E finalmente è arrivato il giorno tanto atteso, dopo mesi e mesi di duro allenamento siamo finalemente pronti a prendere il via al TOR DES GEANTS 2014.
Credo che ogni presentazione della gara sia superflua data la fama ormai guadagnata da questa MANIFESTAZIONE UNICA NEL SUO GENERE.

Pronti a prendere il via:
Lisa Borzani, Massimo Marini e l'amico Matteo Grassi. Al seguito tutto il ns staff super agguerrito prtonto a supportarci durante la prova.
Paolo e il papà di Lisa "Omer" che la seguiranno lungo tutto il percorso alle varie basi vita e non solo.
Mia moglie Silvia e mio Figlio Davide anche loro impegnati a supportarmi per ogni necessità.

La prova si concluderà per tutti nel migliore dei modi, tutti FINISHER, tutti GIGANTI.
In particolare però bisogna evidenziare la grandissima prestazione di LISA CHE CONCLUDE LA PROVA AL SECONDO POSTO DELLA CATEGORIA FEMMINILE..... PODIO MERITATISSIMO CHE CONFERMA LA SUA TENACIA E LA SUA DETERMINAZIONE.


































In fondo al post il link per accedere alla galleria fotografica.
Di seguito i racconti delle emozioni vissute durante la gara:

LISA



Spremuta, provata, placata e felice.
Una felicità semplice, grande e dolce.
Lo zaino dei ricordi e’ talmente pieno che non si chiude più.
Provo a svuotarlo per vedere se c’e’ qualcosa di superfluo da eliminare.
Ci trovo gli occhi lucidi di Paolo alla partenza che brillano alla luce del Bianco che e’ li’ a “benedire” questo VIA..Paolo che e’ coinvolto in questa avventura proprio come se fosse lui a viverla in prima persona.
Ci trovo la folla a La Thuille che ti spinge dritta su al Defeyess a suon di applausi e campanacci…e Ceci,Sonia e Fulvio al Promod che mi regalano sorrisi capaci di energizzarmi.
Ci trovo il passo deciso e veloce della grande Patty che mi raggiunge sulla salita del Crosatie..una salita dura che sa di conquista, che ti fa capire che spesso la fatica dell’ ascesa e’ più gratificante della cima stessa
Ci trovo EA BANDA, la mia banda che da Valgrisa in poi sarà puntualmente presente ad ogni base vita x assistermi mettendoci cuore ed impegno.
Ci trovo il silenzio, la “religiosità”, il candore immacolato del Col Finestra, dell’Entrelor e del Loson illuminati da una luna incredibilmente grande e brillante….uno spettacolo che da solo vale tutto il Tor, che ti fa capire che non siamo soli, che ti fa capire che noi siamo “piccoli” altro che geants..il Gigante e’ Chi ha creato tutto questo.
Ci trovo i profili nitidi delle vette ricamati su un cielo azzurrissimo all’ alba di giorni pieni di VITA VERA, distante anni luce da quella che chiamiamo “civiltà” e magari “evoluta” .
Ci trovo la fame, la sete, il sonno, gli istinti quasi animaleschi che ti si scatenano quando vivi x giorni a contatto con la natura..quando ti immedesimi in essa e diventi roccia, prato, fango…quando la stanchezza ti spoglia completamente e ti mette di fronte a te stesso con le tue fragilità, le tue debolezze, le tue incapacità.
Ci trovo le crisi potenti e lunghe che ti strizzano la testa e ti attanagliano le gambe…e le lacrime amare che sono il concentrato della mia voglia di tornare a godere del mio meraviglioso viaggio..e la frase sussurrata dell’Amico Giancarlo “Stai serena” che rimbomba dentro me facendomi sentire piu’ forte.
Ci trovo la pioggia e il vento che lavano via le mie “protezioni” nei confronti del mondo e mi permettono di riassaporare il riparo di un rifugio e la bontà di un minestrone caldo al Gran Tournalin.
Ci trovo Clara, Claudia e Marco venuti ad Ollomont apposta x me..e il cartello di incitamento al Rifugio Champillon che valgono più di mille caffè per l’ ultima notte di Tor.
Ci trovo 2 stelle cadenti viste assieme Paolo..che io a queste “magie” voglio credere stanotte perché già questo viaggio e’ per me un sogno magico.
Ci trovo il tappeto rosso che porta al traguardo, alla fine di questo giro, alla fine del sogno…e  all’inizio di nuovi Viaggi da affrontare con questo zaino dei ricordi che devo portare con me..così com’è…anche se e’ pesantissimo e anche se non si chiude.
 Lisa Borzani

MASSIMO
  
TOR DES GEANTS UN SOGNO CHE DIVENTA REALTÀ
Se dovessi riportare in queste righe tutte le emozioni vissute, le immagini e i paesaggi che ho visto, le albe e i tramonti che si sono susseguiti nei giorni di gara, le montagne e i sentieri illuminati dalla luna piena....... forse dovrei riempire quattro volumi di mille pagine ciascuno e ancora non basterebbero!!!
Si perchè il TOR DES GEANTS non è una gara qualsiasi, non è nemmeno una gara....... è una prova che atleti che amano la montagna in ogni sua sfaccettatura, decidono un giorno di affrontare....... una sfida contro se stessi.... al TOR i tempi non contano, la graduatoria di arrivo nemmeno, l'ultimo vale quanto il primo, perchè una volta arrivati alla fine si è tutti "Giganti" nello stesso modo.... tagliare il traguardo del TOR dopo 330 Km e 24.000 m D+, dopo giorni di fatiche, sofferenza, gioia..... significa aver completato una prova che molto probabilmente cambierà il tuo modo di vedere e vivere la vita!!!!
Non riesco a trovare le parole per descrivere le emozioni vissute durante il percorso..... dinnanzi alla maestosità e l'imponenza di montagne, che rispetto alle nostre Dolomiti, sono elevate all'ennesima potenza...... le emozioni vissute quando sorgeva il sole all'orizzonte ed iniziava pian piano a riscaldarti...... la bellezza dello stesso sole che alla sera scendeva dietro al profilo delle montagne e lasciava spazio alla notte........ la maestosità della luna piena che ci ha accompagnati illuminando i sentiero e le cime di una luce ovattata che faceva sembrare il paesaggio circostante come fosse il teatro di una fiaba con gli gnomi e le fate del bosco che ti giravano intorno.
Il TOR però è anche fatica.... fatica per risalire i sentieri che salgono interminabili sempre per la linea di massima pendenza....... salgono, salgono e salgono ancora fino ad arrivare alla meta..... il colle!!!!! Poi le discese che, al pari delle salite, ridiscendono a valle ripidissime non lasciando spazio alle distrazioni!!!
Il TOR è anche paura.... quando sei colto di notte dal temporale e sei solo a risalire il sentiero in salita con la pioggia che scende a dirotto, i tuoni, i fulmini e speri che vada tutto bene perchè sai che il prossimo ristoro è ancora lontano.......
Il TOR è anche crisi, quelle che ti prendono all'improvviso e che ti fanno sembrare tutto impossibile da superare, le crisi che ti prendono le gambe e sopratutto la testa e ti lavorano pian piano per far in modo di farti desistere nella tua sfida.....
Il TOR è anche dolore..... quando ti ritrovi a 100 Km dalla fine con un tibiale infiammato che ti impedisce di poter correre in discesa e ti costringe a camminare piano cercando di scaricare il peso sui bastoni in modo da evitare le fitte lancinanti che partono su tutta la gamba ogni volta che il piede tocca terra.
Il TOR è simpatia e disponibilità, a tutte le ore del giorno, delle migliaia di volontari che si prodigano perchè tutto vada per il meglio e cercano in tutti i modi di aiutarti e di metterti a tuo agio....... e rendono reale questo magnifico sogno che si chiama TOR!!!!
Il TOR però è sopratutto gioia..... gioia quando arrivi alle basi vita e trovi ad aspettarti tua moglie Silvia e tuoi figlio Davide, il mio staff, i miei supporter...... pronti ad aiutarmi per cambiarmi il vestiario, le scarpe, ripristinare lo zaino, preparare tutto per la tappa successiva attenti ad ogni minimo dettaglio......
Gioia nel vedere l'espressione di Silvia sollevata quando mi vede arrivare ancora "intero"......
Gioia quando vedo il sorriso innocente di Davide apparire sul sentiero nel venirmi incontro lungo il percorso per poi accompagnarmi alla base vita successiva......
Gioia nel leggere gli sms di incitamento di tutti gli amici che ti stanno seguendo durante la gara, ai quali vorresti rispondere ma non puoi perche sei talmente cotto che non ci riusciresti.....
Gioia quando senti che la Lisa sta andando come un treno ed è seconda in classifica femminile.... seconda al TOR..... MITICA LISA!!!!! 
Il TOR è anche confusione, annebbiamento quando arrivi a Courmayeur imbocchi le transenne che ti portano al traguardo e ti sembra di essere dentro ad una bolla...... vedo Paolo che mi stringe la mano con affetto..... vedo la gente che ti applaude..... che ti incita..... ma tu sei come un estraneo.... non senti nemmeno le voci vedi solo le bocche che si muovono, tagli il traguardo, finalmente hai finito la tua avventura, il tuo viaggio, ti giri e vedi Lisa che grida qualcosa..... ma io niente continuo a rimanere tranquillo dentro alla mia bolla come se niente intorno stesse accadendo!!!!!
Il TOR è anche commozione ed eccitazione alla cerimonia di premiazione finale quando, al pari dei primi della classifica, vengono chiamati per nome e fatti sfilare in passerella tutti i finisher!!!!
Bene tutto questo è il TOR..... un'esperienza fantastica che chi non l'ha vissuta direttamente non può immaginare minimamente quale significato abbia per persone come noi innamorate della montagna e del Trail Running...... un esperienza fatta di emozioni profonde.... di immagini che rimarranno indelebili nella mente per sempre a ricordarti la tua sfida...... la tua prova...... a ricordarti il giorno che sei riuscito a "vincere" il tuo TOR!!!!!
Ciao e..... buona corsa in salita...... e in discesa

Massimo Marini


 
GALLERIA FOTOGRAFICA


CIRCUITO UTMB GLI AMATORI CORRONO LA TDS E L'ULTRA TRAIL DEL MONTE BIANCO



Si inizia il 27 agosto alle 7 del mattino con la TDS "Sur les Traces des Ducs de Savoie", gara di 120 Km  e 7250 m D+.
Schierati sulla linea di partenza carichi come non mai:
Lisa Borzani
Massimiliano Tebaldi
Muro Schiavon
Massimo Marini
Grandissima supporter alla trasferta, nonchè fotografa ufficiale del team Emanuale Lazzari, la Grande Manu.
Allo sparo scattano immediatamente Lisa e Mauro pronti a fare la loro gara al massimo delle prestazioni.
Io e Massimiliano invece partiamo più cauti, abbiamo deciso di fare gara assieme, l'obiettivo è quello di arrivare alla fine godendoci anche il panorama in questi luoghi meravigliosi.
Alla fine tutti abbiamo concluso la nostra prova con Lisa che conquista il 2° gradino del podio della categotria femminile.

Il 29 agosto invece alle 17.30, sotto ad un diluvio, Gabriele Giraldo mitico IRONMAN dal il via al suo sogno nel cassetto ormai da tre anni, l'UTMB, gara di 168 Km e 9600 m D+.
Gara dura a causa la pioggia e il fango che hanno reso il percorso molto difficile. Però Gabriele non è tipo da mollare le sfide a metà e riesce a concludere la propria gara con un tempo di tutto rispetto.

Di seguito riporto la cronaca della TDS scritta da Massimiliano:



TDS

Non so da dove cominciare, non c'è soltanto una gara dentro a questa avventura, c'è molto di più. La TDS, “Sur les Traces des Duca de Savoie” parte da lontano, parte da un allenamento sotto il diluvio  di una giornata di fine marzo dell'anno scorso, dai colli di Villa di Teolo. Li ho iniziato ad allenarmi e condividere questa passione con un gruppo di amici. Li mi sono nutrito dei racconti di chi aveva già corso questo tipo di gare, li come uno scolaretto ascoltavo e ascoltando ho fatto 45 km sotto il diluvio e li ho capito che si poteva andare oltre alla maratona, che forse avevo trovato qualcosa che sapeva ancora soddisfare la mia voglia di correre, un nuovo tipo di corsa ,bello, affascinante, intrigante.
Ascoltavo chi parlava di km e distanze che a me sembravano enormi, ma a loro sembravano normali. Raccontavano con semplicità quello che è il trail, quello che avevano vissuto in gara, racconti che mi coinvolgevano, che mi appassionavano, che mi incuriosivano. Li è nata la mia voglia di fare un ultratrail, di provare ad andare oltre, di mettermi alla prova.
Ci sono arrivato un po' alla volta, ho alzato l'asticella fino ad arrivare alla TDS, fino a vivere di persona quello che prima sentivo raccontare, fino a toccare con mano e sopratutto piedi, cosa voleva dire.
Ho sempre visto e ancora adesso lo vedo, il trail come un mondo semplice, un mondo di sguardi, di poche parole, di intese. L'ho sempre raffigurato nella mia mente come una serata condivisa attorno ad un camino mangiando e raccontando le avventura di ciascuno, una raffigurazione un po' romantica o retorica se volete, di un mondo oramai quasi estinto...... ma è quello che io vedo, è quello che forse io cerco e ho trovato.
Ecco la mia TDS, prima di tutto, è questo. Non è stata una semplice gara, è stato un percorso, una serie di momenti, di viaggi che mi hanno portato qui.
La mia prima vota oltre i 100 km. Questo era l'obbiettivo della stagione, questa era la gara che avevo messo in calendario per provare la grande avventura, si prima c'era stata la dolomiti sky run, ma quest'ultima si era aggiunta strada facendo, invece la TDS l'ho cercata e voluta più di tutto, affascinato dai racconti della Lisa... la piccola grande donna del gruppo.
La Lisa, il suo entusiasmo, le sue tabelle, ci ha coinvolto tutti con la sua passione: la Lisa e Paolo, i nostri Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, risate e consigli, due grandi campioni, due persone vere.
Oltre ad essere la prima gara oltre i 100 km, è stata la prima gara in Valle d'Aosta.
Una sorpresa l'entusiasmo di questa valle per questo sport. Si respira aria di trail, una situazione nuova, un entusiasmo crescente.
Un paese, Courmayeur, pienamente coinvolto da questi eventi. Le radio locali parlano con entusiasmo del prossimo Tor de Gèant, preannunciano dirette, live.
Se ne parla come a Milano si parla del prossimo derby calcistico, c'è entusiasmo, il paese è vestito a festa, la TDS sarà l'antipasto, il piatto forte sarà il Tor.
In questa atmosfera, sogni, se già su in quelle montagne che circondano il paese, sulle quelle vette che sfoggiano la loro bellezza.
Naso all'insù e sguardo in alto per ammirarle e testa li, dentro alla montagna. Ti vedi già nella corsa, cerchi di immaginarti cosa sarà, il cuore ti palpita nel petto, le gambe si fanno pesanti, gli occhi si emozionano, non riesci a nascondere il tuo stato di agitazione, la montagna ti entra dentro si appropria dei tuoi pensieri, non c'è altro, c'è spazio solo per lei in quei momenti.
Guardo la Manu che è venuta ad accompagnarmi, condivido con lei questo momento, anche se non lo dico, sono come la montagna.....  silenzioso.
Notte passata come sempre, divisa tra sogni, risvegli, ansie.... maledetta vigilia..... invidio chi riesce a staccare la spina, a dividere le cose, ad accendersi al momento giusto....
Mattina, ci siamo, siamo pronti. Un fiume di gente verso la partenza, siamo in tanti, mai visti così tanti ad una corsa di trail, gli organizzatori parlano di più di 1600 persone, un fiume di speranze che alle 7,00 parte da Courmayeur e attraversa il pese prima di cercare le cime. I miei occhi si riempiono di lacrime un nodo mi sale in gola, Mauro se ne accorge mi stringe, mi fa coraggio, Massimo è a fianco a me, faremo gara assieme, Mauro ha motore a giri più alti lo lasciamo andare al suo ritmo, noi procediamo con cautela.
Finalmente è partita, basta con i se, con i ma, ora un solo obbiettivo Chamonix !!!!
Una liberazione la partenza, la tensione si allenta, il corpo respira, si rasserena, non c'è più motivo di agitarsi, ora sei dentro, si alzano come sempre i battiti del tuo cuore, procedi nel fiume umano che ti spinge in alto. Segui la scia, controlli che il tuo amico sia al tuo fianco, e procedi, inizi il tuo viaggio.
Giornata stupenda, sole alto, il giorno prima una interminabile pioggia ci aveva spaventato, oggi il sole ci riscalda. Si comincia a salire, io e Massimo insieme verso questa avventura, questo viaggio che non sappiano cosa ci riserverà. In una gara lunga non basta essere allenati, ci sono particolari che possono fare la differenza, un colpo di freddo e la gara può finire, una storta e addio traguardo, la montagna la natura, ti riserva sorprese, bisogna saperle gestire.
Partenza calma, poche parole confuse nel rumore dei bastoncini, focalizzi il territorio, ti guardi attorno, vedi cosa c'è sopra di te, spii i tuoi vicini, cerchi con lo sguardo la complicità del tuo compagno d'avventura, poi ti concentri e cominci a spingere, prima salita, si va a 2200 metri circa.
L'aria è fresca, ma si riscalda subito, non pensi ai km ma pensi al primo obbiettivo, comincia il gioco di dividere il percorso a tappe, così è più corto, così fa meno paura.
Le montagne accanto a te, di lato, le cime innevate, davanti Massimo che detta il ritmo, ti senti sicuro, nessuna paura, nessun timore. Le gambe procedono con voglia i piedi si danno il cambio in perfetta armonia, le mani stringono i bastoncini che aiutano il tuo andare. Si sale fino al primo ristoro, un vento freddo ti entra dentro. Ti raffredda in un attimo, ti ricorda dove stai correndo, benedici il materiale obbligatorio, che prima ti sembrava tanto e ora ti sembra essenziale, giacca vento a coprirsi. Massimo corre guardandosi attorno, già immagina il suo Tor, lo vivrà tutto di un fiato, lo vivrà con la passione di un bambino, quella passione vera senza malizia, quella passione spontanea che ha dentro, che non ha bisogno di artifici. Con Massimo abbiamo condiviso molti allenamenti, ci capiamo, nasce una complicità di gara che aiuta ti da sicurezza. In mezzo ci sono i tuoi pensieri, i tuoi ricordi, i tuoi obbiettivi. In alto c'è chi è venuto ad incoraggiare, qui capisci la passione della gente per i suoi posti, sempre pronti al sorriso, all'applauso, al bravo. Sono iniezioni di fiducia, che ti regalano adrenalina, che aiutano la tua testa a non perdere il filo, a macinare chilometri senza domandarti quanti ancora ne mancano, perchè quel numero che verrebbe fuori forse ti spaventerebbe.
36 km ristoro vicino, prima bisogna girare un laghetto e salire sopra attraverso uno strappetto spacca gambe. Persone assiepate alla fine della salita incoraggiano a gran voce. Scandiscono il tuo nome che leggono dal pettorale, ti regalano un bravò, un super, courage. Li in alto la Manu, un urlo, il mio nome gridato dalla sua voce, non l'avrei mai detto ma sentire la sua voce mi provoca piacere.... però mantenete il segreto altrimenti.... sono finito...
Il tracciato è duro, si scende a valle si arriva intorno i 1000 metri e dopo si risale sopra i 2000, sali e scendi tosti. Tante discese infinite, con salite che non finiscono più, vanno dritte in cielo senza zig zag, è una gara dura, con Massimo ci diamo il turno anche nelle imprecazioni. Dal 51 km la corsa cambia, diventa più selvaggia, più sentieri “montagnini”, salite tremende e discese tecniche, dove le caviglie saltano da una roccia all'altra, cercando un ritmo che non ti faccia sfracellare a terra e che allo stesso tempo non ti rallenti troppo. In alto fa freddo, a valle fa caldo e il sole brucia il tuo viso. Di tanto in tanto cerchi spunti in tutto quello che ti circonda, la natura prima ti sfinisce e poi ti aiuta a continuare. Arriva la notte e con lei il freddo. Sei stanco, i km cominciano ad essere tanti. Nei ristori ti godi quel buonissimo brodo che ti scalda il corpo, che entra dentro e ti regala una sensazione di benessere. I volontari tutti fantastici, li di notte con il sorriso stampato, sempre pronti ad incitarti. Una scia luminosa si muove nella montagna, spezzata in qualche punto dalla nebbia che oscura il tutto. Siamo li io e Massimo, ci dividiamo sensazioni e confidenze di gara, ci aiutiamo a vicenda, quando uno è stanco l'altro tira, ci alterniamo nell'incoraggiamento reciproco, sappiamo entrambi che arriveremo in fondo, lo vogliamo, vogliamo il traguardo, vogliamo la maglia da finischer. La mattina arriva senza preavvisi, la montagna si risveglia, la notte è passata, la luce fa il suo ingresso, illumina il tuo percorso. La montagna si riscopre, si mostra di nuovo, puoi rinutrire i tuoi occhi della sua bellezza, nella notte hai apprezzato il suo silenzio, ora il suo splendore. Sono sensazioni forti, sensazioni che ti accompagneranno in questo viaggio e nei prossimi, sono attimi che al momento non riesci a capire del tutto, ma ti rimangono bene impressi, li rivedi dopo, quando tutto è finito, quando si spengono i riflettori sulla gara, quando ti sdrai sul tuo letto a casa ancora pieno di adrenalina e il corpo anche se stanco è ancora sveglio. Non vuoi abbandonare tutto quello che hai dentro hai paura di perderlo, di non ricordare e quindi pensi e rivivi, rivivi tutto più volte, passi tutto di nuovo, riordini le idee e le emozioni le metti via le cataloghi, le fai tue ancora di più.
96 km, ultima salita e poi discesa con 8 km di piano finali. Salita devastante, prima risalendo la pista da sci e poi risalendo il Col de Tricot, quello che noi chiamiamo forcella loro chiamano col. Una salita incredibile durissima, alla fine che ti mette alla prova, che ti sfinisce ma è l'ultima e si va su senza fiatare, senza fermarsi, con Massimo insieme su con l'intento di vedere il mondo dall'alto. Dura. Dura ma bella, incredibilmente bella, come la discesa che ci aspetta dal lato opposto, discesa che ci porta giù a 1100 metri in pochi km, oramai e fatta. Ultimi 8 km di piano forse i più brutti, quelli infiniti, quelli che non passano mai.... ad attenderci una folla, passiamo in mezzo , bastoncini alzati e applausi, tanti applausi, mi sento come il vincitore, sono il vincitore della mia sfida, Emozionante, il pubblico, l'atmosfera, il mio amico Massimo di fianco, i miei bastoncini alzati, gli occhi gonfi e il cuore fiero, ci sono è fatta, in fondo sotto l'arco la Manu, sento il suo grido inconfondibile, mi emoziono.... è stata dura, mo ho vissuto qualcosa bello da raccontare.... è stato bello.... linea è passata questa volta il viaggio e compiuto.... una birra per favore !!!!!!

Massimiliano Tebaldi