Abbiamo ormai fatto amicizia con tutti gli animali del bosco che sono stanchi di vederci passare su e giù invadendo il Loro territorio.
Venerdì scorso altro allenamento, questa volta di notte, più che un allenamento una serata passata tra amici nei luoghi che amiamo di più.
Massimiliano come sempre con la Sua straordinaria capacità di narratore poeta, ha fissato con un altro racconto i momenti che abbiamo vissuto assieme l'altra sera.
ALLENAMENTO IN GRAPPA
È sera, notte per noi e il Grappa.
Solo voglia di andare, voglia di
condividere con gli amici, Massimo, Mauro e Gabriele, un'ennesima esperienza.
Rifaccio gesti che avevo messo da parte, riprendo lo zaino che avevo messo in
letargo, i bastoncini per accompagnare la mia salita. Soliti gesti, soliti
preparativi . Maglie calde in zaino dentro a una busta per non farle bagnare,
poche barrette energetiche, che puntualmente ritorneranno a casa intatte, le
borracce piene, il cappello a coprire testa, la lampada frontale a illuminare
la strada...... ben tornato, si ben tornato e quello che immagino che questa
montagna mi dice, ben tornato è il messaggio del sentiero 100.... Sto bene, sto
bene, mi mancava tutto questo, mi mancava questo ambiente, questo clima. La
notte con la sua tranquillità, la lampada che illumina davanti a te, i miei
amici con me. Gli amici sono importanti, indispensabili nella vita, in montagna
ancora di più. Sai che puoi contare su di loro, ti fidi, li senti vicini.
Io, che sono un conoscitore della
montagna dell'ultima ora, mi lascio guidare, sento sicurezza, c'è sintonia.
La notte è umida e silenziosa. Il
bosco lo vedi attraverso un raggio di luce, più o meno grande, dipende dalla
regolazione della frontale. Il primo strappo come sempre è faticoso, il
sentiero 100 si fa subito rispettare, ti avverte, qui c'è da faticare. Mentre
saliamo, sotto, il paese. È un insieme di lucine che si abbina bene al clima
natalizio. La notte trasforma un po' quei posti che ben conosci, gli regala un
po' di misterioso. Cerchi, mentre sali, punti di riferimento, ma li perdi la notte ti regala un'altro aspetto che non
conosci perfettamente. La nebbia viene illuminata dalla luce della tua lampada
e ti da la sensazione di tante faville bianche che corrono di traverso.
Campo croce, quota mille. La strada
non è facile da individuare, la nebbia è fitta.
Si sale ancora, strappo da 200 metri
che va su dritto dritto, si va a cercare un'altro punto di riferimento, la
panchina.
Da li sappiamo che poi manca poco
per uscire dal bosco. Le gambe non sono freschissime, è sorprendente come si
perde quello che hai acquisito con tanto allenamento in poco tempo, la corsa è
meritocratica.
Si sbuca fuori, il bosco è passato.
Meraviglia, cielo stellato, nuvole
sotto di noi.
Se qualcuno mi domandasse perchè
faccio queste mattate, gli farei vedere questo, questo è il motivo. Ci sono
cose che puoi descrivere anche nei particolari ma per capirle devi viverle,
devi esserci. Il cielo così scuro e così luccicante con le sue tante stelle. Il
vento freddo che ti entra dentro, ti ghiaccia ma ti regala un senso di pulizia.
Nessun rumore, nessuna fretta, solo natura, con i suoi tempi con i suoi ritmi.
Guardi in basso dove metti i piedi, ma sei totalmente perso in quel contesto.
Guardi i tuoi amici, Massimo l'appassionato, il montanaro vero, Mauro l'uomo
che sorprende sempre, sembra tutto rotto e poi invece in gara sfoggia prestazioni
da ricordare e Gabriele, la fuori serie, quello che veramente ha motore, quello
che oggi, con noi sta passeggiando.... tutto questo, è quello che volevi, e
allora ti senti fortunato, si fortunato per essere li, a condividere questo con
chi ha la tua stessa passione, fortunato ad ammirare questo spettacolo......
Ecco se qualcuno mi domandasse
perchè faccio trail..... faccio trail per questo, per questi piccoli o grandi
viaggi, non per i tempi, non per sbandierare qualche impresa, faccio trail perchè
anche dentro alla gara mi so prendere momenti, attimi intensi, riesco a vivere
sofferenza e gioia nello stesso tempo, so prendermi piccoli istanti che valgono
giornate intere passata nel caos cittadino. Riesco a soffrire e maledirmi e
nello stesso tempo a ringraziarmi per la scelta che ho fatto. Salire, guardare
il mondo dal punto più alto è una bella sensazione, ritrovare l'ossario, il
rifugio riempito da una scolaresca per una lezione di astronomia, sono attimi
da vivere.
Massimiliano Tebaldi
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