domenica 25 maggio 2014

SABATO 24 MAGGIO 2014 - GRAN RADI DELLE PREALPI TREVIGIANE - RAID DEL COL VISENTIN


Sabato 24 maggio 2014, Fabrizio Amadio, Massimo Marini e Massimiliano Tebaldi pronti al via del Gran Raid delle Prealpi Trevigiane.
Percorso a dir poco favoloso, coronato da una giornata stupenda che ha messo in luce la bellezza delle Prealpi Trevigiane.
Percorso veramente duro, salite interminabili ripidissime hanno messo a dura prova la resistenza dei trailers impegnati in gara.


Mentre Mirella Pergola e Gabriele Giraldo hanno corso il Raid del Col Visentin, gara più breve ma comunque con percorso duro e difficoltaoso sia in salita che in discesa. Mirella comunque riesce a classificarsi 5ª assoluta. GRANDISSIMA COME AL SOLITO!!

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Di seguito la cronca della gara di Massimo e Massimiliano:



24 maggio 2014 "GRAN RAID DELLE PREALPI TREVIGIANE"

Pronti si riparte per un'altra avventura, un altro viaggio. Questa volta siamo sulle Prealpi Trevigiane, le montagne più vicine a casa. Il Gran Raid delle Prealpi Trevigiane ritorna a solcare il panorama del Trail dopo alcuni anni di assenza.
72 Km per 4500 D+, il percorso si preannuncia tosto, ma non è sufficiente per farci desistere. Io, Massimiliano e Fabrizio siamo gli unici tre che si schiereranno al via del ns Gruppo, perchè i due Gabriele (ndr Giraldo e Gallo) hanno avuto un contrattempo dell'ultimo minuto che gli ha impedito di poter partecipare alla gara.
Si riprende con le levatacce, si perchè io e Massimiliano abbiamo fissato la partenza alle 3 del mattino, per essere in orario alla partenza della navetta che ci porterà a Segusino paese da dove ha inizio il Gran Raid.
La giornata si preannuncia splendida, già dal sorgere del sole si inizia ad intravedere un bel cielo limpido.... speriamo bene per il caldo.
Alle 6.30 siamo già in zona partenza, affardellati del nostro solito materiale che ci peserà sulle spalle per tutta la durata della gara. Lo speaker sta già facendo "casino"..... il mitico Geronazzo che ormai è diventato punto di riferimento in tutte le gare Trail della ns Provincia.
Alle 7 in punto si parte, inizia questo nuovo viaggio....... la testa è completamente sgombra...... cerco di pensare solo alla corsa...... e alla bellezza dei panorami che mi circondano.
La prima parte di gara è abbastanza scorrevole, si va via veloci...... cose che un po' mi impensierisce perchè io odio le gare dove si deve correre tanto, preferisco di gran lunga le salite ripide e le belle discese tecniche!!!!
Ben presto ci ritroviamo in quota e si inizia a vedere la linea dove si snoda il percorso, le creste delle Prealpi Trevigiane, chiuse alla fine dal Col Visentin, ben visibile per l'obrobrio di antenne varie che fanno bella vista proprio sulla cima, deturpando uno scenario magnifico che ti circonda a 360°.
Sto tenendo un buon ritmo, le gambe per adesso rispondo ancora bene, il percorso è magnifico, segnalato alla perfezione, direi in modo maniacale...... i volontari sono numerosissimi e sono presenti in tutti i punti chiave dove si potrebbe sbagliare strada, pronti ad indicarti simpaticamente il giusto sentiero da prendere.
Scorrono i chilometri, scorrono le ore.... finalmente il passo Praderadego, finalmente il ristoro. Breve sosta per riprendere fiato e riempire le borracce e si riprende la marcia..... Mi aspetta la salita al Col dei Moi...... appena attraversata la strada asfaltata si inizia a salire..... a salire di brutto.
Le gambe spingono sul terreno e le braccia sui bastoni.... cerco di aggrapparmi a quello che posso perchè si sale quasi in verticale....... imposto il passo che resterà costante fino alla cima.... stramaledisco il momento in cui ho deciso di fare le gare trail....... ma poi alla fine sono felice perchè questi sono i percorsi che mi piacciono di più, quelli dove devi sfiancarti per raggiungere la vetta salendo verso il cielo!!!!
Raggiunta la vetta vengo ripagato da una vista magnifica.... anche se il fiatone mi impedisce ancora di poterne godere a pieno......
Continua il viaggio..... il percorso offre di tutto, dalla salita super ripida, al sentiero velocissimo che scorre in costa lungo il pendio della montagna, la discesa tecnica, aimè i lunghi tratti veloci su strada forestale, i magnifici tratti in cresta....... BELLISSIMO!!!
Finalmente arrivo alle pendici del Col Visentin..... ancora poco per la vetta..... un rapido sguardo all'altimetro..... segna 3300 m di dislivello macinati fino ad ora..... ne mancano ancora 1200..... qualcosa non torna??? come possiamo salire direttamente alla cima, da dove poi parte il sentiero in discesa che conduce all'arrivo, quando manca ancora così tanto dislivello da fare????
Il dubbio viene immediatamente chiarito da un volontario che si trova con un gazebo all'incrocio della strada che porta alla cima.... ha un mini ristoro solo con acqua.... gli chiedo se sulla cima ci sia il ristoro vero e proprio..... lui conferma e io, non badando ai metri di dislivello mancanti all'appello, decido di ripartire subito per la cima...... i pochi neuroni che si trovano praticamente in anossia mi dicono che devo salire, mentre il volontario mi indirizza verso un strada forestale che scende...... io lo guardo quasi a volergli dire ma sei sicuro???? e lui in dialetto misto bellunese/trevigiano mi dice di scendere.
Sono rimasto malissimo...... ma come?? la cima è la a portata di mano e mi fate scendere per chi sa dove?? Dopo la doccia fredda cerco di riprendere la concentrazione. Faccio due calcoli e mi rassegno al fatto che in qualche modo devo ancora spiattellarmi una bella salita da 1200 m..... c'è poco da fare!!!!
Si scende...... il sole è a picco..... si scende ancora..... incrocio una volontaria ferma vicino ai ruderi di una malga che mi saluta e mi fa segno di scendere ancora..... finalmente!!! un volontario con la sua fuoristrada parcheggiata in modo da impedire il passaggio mi indirizza all'imbocco di un sentierino che si intravede a malapena. Prosegue leggermente in costa...... ma c'è ancora qualcosa che non torna.... da li non si può salire verso la cima perchè la strada è sbarrata da salti di roccia verticali...... infatti il sentiero continua in costa ad aggirarli e...... purtroppo continua a scendere... mi rendo conto di essere in crisi..... devo cercare di riprendere la concentrazione... tanto prima o poi bisognerà per forza salire alla cima...... si ma quando???
FINALMENTE!!!! il sentiero arriva ad un bivio dove puntualmente è presente un volontario che mi indica di salire e cerca di confortarmi dicendomi che mancano ca. 1,5 Km alla cima...... imbocco il sentiero che subito si presenta praticamente verticale.... sale nel bosco all'ombra fortunatamente...... inizio a salire..... i movimenti sono sempre gli stessi ormai da questa mattina..... avanti i bastoni e su spingendo sulle gambe e sulle braccia.... il passo è regolare e cadenzato dal fiatone che si fa sempre più forte man mano che mi arrampico lungo il pendio.
Lo sguardo piantato per terra....... ormai dovremmo essere quasi al 60° Km..... la consolazione è che questa è l'ultima salita e poi finalmente ci sarà la lunga discesa di 10 Km che porta fino all'arrivo.
Salita..... ancora salita..... finalmente sono fuori dal bosco..... finalmente vedo le antenne della cima.... finalmente!!! capisco che manca ancora una vita...... la salita non molla..... la pendenza e durissima..... le antenne sono sempre la non si avvicinano di un metro..... davanti a me altri due trailers che arrancano ca. un centinaio di metri più avanti.......
Imbocco l'ultimo tratto di cresta che porta alla cima... ancora 200 metri ed è fatta.... arrivo al ristoro che mi sembra un oasi nel deserto.....
Breve sosta, rifornimento di liquidi e riparto subito..... ormai bisogna finire questa gara fantastica e dura.... veramente dura.....
Dal ristoro si scende brevemente e dopo una serie di scollinamenti si imbocca la discesa.... da adesso si va già diritti fino all'arrivo.....
Come da prassi, il sentiero è ripidissimo, solo che adesso si scende.... le ginocchia e i quadricipiti  iniziano ad urlare.... la discesa sembra non finire mai...... non ci sono curve...... sentiero che scende in verticale..... si perdono centinai di metri di dislivello in pochissimo tempo....... in basso si vede il lago di santa Croce puntinato di barche a vela che si muovono sul pelo dell'acqua.....
Ci siamo.... finisce il sentiero che si innesta in una strada forestale..... ancora qualche chilometro e finalmente l'arrivo...... bellissimo l'ultimo tratto che porta al gonfiabile dell'arrivo..... è un ponticello che passa sopra ad un laghetto con alla fine decine di persone che ti incitano...... taglio il traguardo...... è fatta... ancora una volta il viaggio è finito..... ancora una volta la fatica è stata premiata con la soddisfazione di aver concluso una gara così bella!!!!
Aspetto Massimiliano, perchè di rito dopo una gara trail ci vuole la meritata birra che ci godiamo ridendo e scherzando, ripercorrendo i vari tratti di gara che ci hanno fatto penare!!!!
Giornata finita.... festa finita... pronti per la prossima avventura e...... BUONA CORSA IN SALITA E IN DISCESA!!!

Massimo Marini




GRAN RAID DELLE PREALPI TREVIGIANE


Gran Raid, gran trail, ultratrail 72km con 4550 dislivello positivo, forse qualcosa in più, forse qualcosa in meno. Un viaggio, un Avventura con l ”A” maiuscola. Una di quelle gare che lasciano il segno, da mettere via nei ricordi. Per me forse un azzardo, per il mio grado di allenamento, per la mia preparazione una scommessa, ma gli azzardi alcune volte riescono e quando riescono si ricordano. Si maledicono mentre li fai, mentre sei li a spingere o scendere, ma alla fine ti lasciano qualcosa in più..... un motivo per farne un altro.
Partenza sabato all'alba, alle 3, quando qualcuno rientra da qualche “serataccia”, noi partiamo.... noi siamo io e Massimo, direzione lago morto a fadalto Vittorio Veneto, dove concluderemo, speriamo, le nostre fatiche, per dirigersi con navetta a segusino... dove inizieranno.
Solite facce da trial, solo espressioni pre gara, soliti cenni di saluto. Il trail è uno sport duro, di poche parole, io amo definirlo uno sport contadino, uno sport antico, dove l'esaltazione della fatica
è la sua caratteristica, dove la natura con la sua bellezza è la parte principale. Il trial è arrivare in cima ad una vetta, la mattina presto, con il vento che ti entra dentro, con la nebbia che gioca a nascondino, con il sudore che si gela, con la montagna che si sveglia, trovare la via, guardarti intorno, scendere per una discesa disconnessa, cogliere i particolari, sentire il profumo del campo, il trial è voglia di vedere, di scoprire, di capire i limiti, di lavorare per andare oltre, arrivare un po' più la, un poco solo, un poco alla volta.
Segusino, Alex Geronazzo ci da il benvenuto, speaker d'eccezione. Non siamo molti, meno di duecento. Facce note, facce da Trial.
Ore 7,00 si va, via viaggio iniziato.
Partenza tranquilla, primi km a basso regime, al minimo, il viaggio è lungo.
Scruto il posto, non lo conosco, o per lo meno non lo conosco bene.
Si comincia a salire e con la salita, sale anche la temperatura. Massimo parte avanti, sta bene è in forma, alla fine mi “svernicia di brutto, mano e contromano” grande Massimo. Comincia l'adattamento del corpo alla fatica, gli dai il benvenuto, lo prepari per quello che verrà, un po' alla volta senza strafare, oggi sarà lunga, tante ore di strada, tante ora di corsa. Si sale e le pendenze aumentano. Tratti di prato in cielo da scalare a testa bassa, ginocchia piegate e schiena dritta, su a domare la pendenza, a trovare la prima cresta, dove poter correre un po'. Giornata di sole, che sta prendendo confidenza, sole che più avanti si farà sentire.
In alto, silenzio, solo i nostri affannati respiri rompono questo incantesimo. I volontari sono li sempre presenti, ci sono in tutti i punti critici, in tutte le deviazioni, bella organizzazione, bella accoglienza, belli sorrisi.... Grazie. Lo spettacolo in alto è di alta qualità, panorami da incorniciare, da raccontare. Ogni tanto alzi lo sguardo per vedere cosa ti aspetta, per capire dove si va, per vedere cosa c'è più avanti.
Si scende, si va giù, discesa di prato, discesa soffice. Si scende per poi risalire in vetta, questo sarà il tema della giornata, salite verticali e discese girate all'opposto, in mezzo tratti dove puoi correre un po', per “scioglierti le gambe”. Ogni volta che scendi in picchiata, il pensiero va alla salita successiva, più si scende più si risale. All'interno del bosco, solita pace che accompagna la tua corsa, le tue scarpe sbattono sul terreno, rompono l'equilibrio. Solo noi andiamo di fretta li in mezzo a tanta tranquillità, noi ci muoviamo con frenesia, siamo curiosi, esaltati, vogliamo al più presto finire, vedere la prossima tappa. Corri verso la fine guardandoti intorno, cercando di memorizzare il più possibile quello che vedi, quello che senti, quello che respiri. Piccole cose che messe insieme fanno il tuo viaggio, la tua gara. Ognuno ha il suo viaggio, ognuno memorizza i suoi particolari, ognuno con il pensiero rivive qualcosa, ognuno traccia il suo obbiettivo, stesso percorso ma viaggi diversi.

Una gara di trial è una buona occasione per stare con te stesso, con i tuoi pensieri, per rivedere la tua vita, per ricordare, per riflettere, dentro a quel viaggio non ci sono solo chilometri e tempo, ma un pezzo di te, ogni viaggio ti arricchisce di qualcosa, qualcosa di diverso.
30 km discesona tra sassi, giù a tutta velocità. Comincio a soffrire un po', si sentono i km.
Rifiato, rallento non spingo al massimo, cerco di gestirmi.
Si risale, salita impegnativa. Ora fa caldo, si continua. Si ritorna su, in alto, salgo creandomi qualche riferimento, mi creo obbiettivi volanti, faccio fatica ma continuo. In alto è bello, campi, con saliscendi che uniscono le vette, sotto il bosco. Corri in cresta e ti godi tutto questo. Le vette non sono alte ma il tipo di corsa ricorda paesaggi da alta montagna.
Arrivo al ristoro del cinquantesimo chilometro abbastanza provato, sto gestendo una crisi, con pazienza sto aspettando che passa. In una gara lunga la crisi arriva, il fisico ti manda un segnale che sta facendo fatica, che sta esaurendo le batterie, devi rallentare per ricaricarle, devi crederci, tenere la testa fuori dalla crisi. Parte tutto da li, la testa, se la crisi arriva alla testa hai finito la tua gara, se la testa reagisce il corpo la segue. Rallenti, cammini, mangi un po', aspetti e poi via si riparte, un po' alla volta, fino a quando riprendi a girare, senza andare fuori giri, cercando di essere costante.
55km il Visentin lo vedo, è la in alto, vicino...ma ci fanno scendere giù... brutta cosa, il Visentin lo dobbiamo fare, andare oltre, passarlo, più si scende più la salita sarà dura.
Fine corsa ora si risale, si risale con una salita che va dritta in cielo con una pendenza verticale quasi retta, senza inclinature. Primo tratto nel bosco e poi nel prato, durissima, quasi uno sky race in un ultra. Grida tutto il corpo, dalla mia bocca escono imprecazioni. Devo fermarmi più volte a rifiatare, cerco di non guardare in alto, di non vedere cosa mi aspetta, due km di sofferenza che mettono a dura prova le gambe, la testa, il corpo. Mi viene voglia di fermarmi, dire stop. Arrivo in alto strafatto cotto e bruciato. 60 km, ora ho voglia di finirla, riparto quasi subito, Discesa,12 km di discesa, ripida, giù verso l'arrivo, ho voglia di una birra, ho voglia di finire. Giù cercando di non finir a gambe all'aria, cercando di non rompere quello che la salita ha iniziato a rompere. Giù, il più velocemente giù, ho voglia di arco, ho voglia di sentire lo speaker nominare il mio nome, voglio finirla. Ultimi km in piano dove sfogo la mia corsa, dove libero le gambe. Arrivo cotto, ma contento anche questa volta ho qualcosa in più da ricordare, ora solito premio..... una birra per favore

Massimiliano Tebaldi
 


CIAO MARCELLO



Sicuramente molti di noi hanno condiviso un pezzo di strada con Marcello che 
masticava indifferentemente asfalto e sentiero, sempre con lo stesso entusiasmo 
e la stessa "voglia".
Io l' ho conosciuto durante una maratona, una delle tante nelle quali lui 
faceva il pacer delle 3 ore...poi l' ho ritrovato altre mille volte...sempre di 
corsa.


Marcello: potente, entusiasta, forte, energico, generoso, macchina da guerra o 
meglio macchina di VITA.


Marcello e la fatica: un mediano dello sport, un "sano" contadino dell' 
attività fisica che zappa senza sosta per il gusto di ciò che coltiva più che 
per il raccolto che ne trarrà.


Marcello e il suo sguardo: pulito, sincero, diretto, specchio di un animo 
coraggioso affamato di lealtà.


Marcello e la sua bici: una Graziella sgangherata che aveva il compito 
prezioso di portarlo al luogo della gara e riportarlo poi a casa...esempio 
concreto del suo vivere spartano ma estremamente arricchente.

Marcello e il suo chiamarti per nome: con lui non ti sentivi mai un "anonimo" 
, ti faceva sentire suo amico, ti pareva di conoscerlo da sempre.

Io l' ho conosciuto così.
E cosi Ti ricordero', Marcello.
 
Lisa Borzani