DOLOMITI SKY RUN 03 LUGLIO 2015
Ferrara di Braies ci accoglie con la sua semplicità, prati
ben curati frutto di una antica laboriosità contadina, davanzali riboccanti di
rossi gerani , una semplice pieve, il campanile con la cupola a cipolla e gli
sguardi incuriositi ma divertiti dei suoi abitanti.
E’ passato un anno, la Dolomiti Sky Run, la corsa che attraversa le Dolomiti sui
sentieri dell’alta via numero 1 è di nuovo al via, ci si ritrova tra amici, si
scherza si stempera la tensione, si cerca la concentrazione la gara è
impegnativa, lo è, lo sarà per tutti, per i campioni e per tutti quelli che
hanno voglia di iniziare questo magnifico viaggio.
Start si parte, un brevissimo tratto di asfalto, come una cima
che si rilascia prima di salpare verso il mare delle emozioni ed è subito il
lago di Braies con le sue limpide acque con il suo anfiteatro di montagne a
proteggerlo, la sua tranquillità è contagiosa stempera la tensione della gara,
ci giriamo attorno lo accarezziamo, ci tenta ci invoglia al suo centro
galleggia una placida barca in legno, come una sirena di Ulisse ci invita a
fermarci, ma noi sappiamo che questo non è sufficiente a saziare il nostro
desiderio.
Si sale, all’inizio nel bosco poi sul ripido sentiero tra le
rocce, adesso c’è tanta forza, le gambe vanno la mente veloce ragiona, severa
ti dice di non forzare, la corsa è lunga e tu ubbidisci gestisci il tuo
entusiasmo e su scollini, il meriggio prepara la sera ma è un lento abbandono
la luce resiste decide di accendere le cime di renderle più belle, la pace
invade la valle, tutto tace, non puoi che restare stupito, rapito attonito da tanta bellezza, il cielo si
tinge di rosa di viola di indaco e piano piano la notte scende e pian
piano il respiro si fa faticoso, il sentiero ricomincia a salire.
Passo Ju dal’Ega, forcella da Lech, forcella Lagazuoi, come
soldati in fila ci aspettano, ci sfidano alzano la posta del banco ci chiedono
se vogliamo continuare a giocare ci
fanno capire che il premio è bello e allora spingi, sbuffi e arrivi in cima e
si il premio c’è, ci sono le stelle, stelle a perdita d’occhio il carro ti guida, ti indica la rotta marinaio dei monti, respiri, il vento caldo ti scuote trasporta profumi di
mughi di fiori di vita.
E riparto sereno, ma d’incanto una luce mi scuote mi giro
lentamente da dietro una guglia mi appare la luna, lentamente si fa vedere
dapprima timida quasi pudica, velata da soffici cirri, ma poi si spoglia e la
sua forza è travolgente illumina la notte disegna i contorno delle cime,
rischiara il sentiero e tu piccolo in questo oceano ti senti sicuro la tua
corsa scivola via serena, ti fai guidare senti di appartenere a questa magia la
mente si libera e ritrovi te stesso.
Ed il Pelmo ed il Civetta si svegliano, è l’alba, severi , imponenti ti guardano il cielo vira all’azzurro la luna
lentamente lascia posto al sole, la notte al giorno il bosco si sveglia la fatica aumenta la mente ancora ebbra
adesso fa fatica, è caldo.
Siamo al rifugio
Coldai, la parete nord del Civetta ci aspetta come una gigantesca onda, ci
passi ai suoi piedi in silenzio incute timore, rispetto , continuo a correre, ruscelli
di neve in disgelo, prati fioriti, abeti, larici rododendri, la montagna con semplicità ti mostra i suoi
gioielli e poi ti fermi al Duran ti fermi perché il caldo è tremendo perché
devi ascoltare la montagna e rispettare te stesso perché quello che oggi hai vissuto
lo porterai per sempre nel cuore.
Grazie DSR e grazie a chi con sacrificio ed impegno ci ha
regalato questo viaggio.
ALBERTO PANDIANI