giovedì 9 luglio 2015

LUT - DOLOMITI SKY RUN IL BELLISSIMO RACCONTO DI MASSIMILIANO

Come sempre ormai Massimiliano ci ha abiatuati ai suoi favolosi racconti. Ogni Lunedì aspettiamo con ansia l'arrivo del suo scritto per leggerlo tutto dun fiato e rivivere con Lui le emozioni  vissute nelle sue scorribande in montagna.
Questa volta il raffronto tra due gare estremamente diverse, la LUT e la Dolomiti Sky Run. La prima una gara chic, la seconda una gara rude che vengono perfettamente descritte da Massimiliano nel suo racconto.

DOLOMITI SKY RUN 3 LUGLIO 2015

È un po’ che non scrivo, mi sono preso una pausa anche in questo.
Non ne avevo molta voglia e non avevo molto da dire, rischiavo di ripetere le solite cose.
Rischiavo di  raccontare emozioni   e situazioni vissute superficialmente che non mi hanno lasciato molto. Aspettavo il là, aspettavo che il tempo mi riconsegnasse la voglia di farlo e i miei pensieri mi ritornassero  quello che era stato negli ultimi due fine settimana.
Due gare che non ho portato a termine, due gare terminate prima, con il fisico che mi faceva accendere la luce rossa dello stop.
Due gare profondamente differenti tra di loro, la lavaredo e la dolmiti sky run.
Sbirciando in facebook e leggendo qua in là, come si sfoglia un giornale, ho letto una definizione  che diceva che la lavaredo sta all’UTMB, come la dolomiti sky run sta alla PTL.
Ecco non so se sia questo il termine giusto di paragone, anche perchè non ho corso nè l’Utmb, nè la PTL, ma qualcosa di profondamente diverso c'è.
La lavaredo è il salotto buono, e la recption di un Gran hotel, è la corsa dove mettersi in mostra,  la dolomity sky run invece è la parte essenziale di questo sport, dove la semplicità fa da padrona.
È come contrapporre un ristorante da cinque stelle con piatti ricercati, dove anche la presentazione e la forma ha un suo perchè,  ad un osteria vecchio stile dove gli avventori usano le bestemmie per congiunzione tra una parola e l'altra, il vino si fa sentire e i piatti non hanno nulla di leggero, neppure la ceramica.
Se devo scegliere dove stare, io sto in osteria.
Sarà che mio nonno mi portava con lui fin da piccolo ma quel mondo fatto di gente semplice mi ha sempre affascinato.
Ascoltavo e guardavo incantato quelle mani rugose che avvolgevano le carte, quei visi immersi nel fumo delle alfa, una volta in osteria si fumavano le alfa erano molto gettonate, chi ricorda questa marca di sigarette??, se le ricordate non siete molto giovani........
Osservavo e ascoltavo quell’imprecare sulla mossa errata del proprio  compagno di gioco, i dibattiti su chi aveva sbagliato “nell'ultima mano di carte”, il sempre presente “so tutto io” che metteva tutti d'accordo spiegando con padronanza cosa era successo, non che avesse ragione ma lo spiegava talmente bene che tutti annuivano .
Era un bel periodo, dove ancora ci si metteva l'abito “buono” della domenica, dove il cappello era quello da festa, dove le scarpe erano lucide e non infagate dal lavoro dei campi, dove il giorno di festa aveva ancora un valore e non sfociava nell'anominato di un centro commerciale.
Nei 66 km della lavaredo ho vissuto solo un sussulto, quando la strada da Misurina si impenna per raggiungere il rifugio Auronzo.
Unico punto dove il cuore si appropria delle tue mani e spinge insieme alle tue gambe, dove i tuoi 
occhi ritrovano stupore in quella roccia rossa che ti sovrasta , dove la discesa si può chiamare discesa, dove la montagna la senti viva..
Poi una lunga strada bianca sotto il sole e l'alzata di mano per uscire di scena al 66 km quando la tua schiena e la tua testa si lasciano vincere e non riescono più a soffrire, perdendo quella parte di gara che forse  valeva il biglietto di partecipazione.
La dolomiti sky run invece non è mai stata banale, forse il primo km, forse quel poco di asfalto iniziale... poi è stato un continuo sussulto di emozioni, di fatica, di sensazioni e situazioni che mi ha portato al passo Duran dove oramai sfinito ho detto basta.
Ma prima di quel basta c'è molto, molto da ricordare. C'è amicizia prima di tutto, l'amicizia condivisa con Massimo mio compagno di viaggio,  fatica,  bellezza, imprecazioni, cadute, forcelle, sudore, panorami.
Sono stati 90km favolosi che non volevo interrompere e l'ho fatto solo dopo 3 oki che non hanno sortito effetto, solo quando il mia testa  non ha sorretto più il mio fisico.
Ma nessuno mi potrà togliere l'alba al passo Giau, nessuno mi potrà togliere la vista del Pelmo, del Civetta. Nessuno mi potrà togliere la luna piena che mi fa spegnere la frontale, nessuno mi potrà togliere il sudore che bagna il mio corpo che sale…. nessuno mi toglierà immagini e sensazioni vissute, le porterò anche queste dentro di me, mi accompagneranno nei prossimi viaggi.
Anche questa volta non sono riuscito a finirla.... ma io sono un testone... credo che ci rivedremo ancora Dolomiti Sky Run......

alla prossima

Massimiliano Tebaldi


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