Questa volta il raffronto tra due gare estremamente diverse, la LUT e la Dolomiti Sky Run. La prima una gara chic, la seconda una gara rude che vengono perfettamente descritte da Massimiliano nel suo racconto.
DOLOMITI SKY RUN 3 LUGLIO 2015
È un po’ che non scrivo, mi sono preso una pausa anche in
questo.
Non ne avevo molta voglia e non
avevo molto da dire, rischiavo di ripetere le solite cose.
Rischiavo di raccontare emozioni e situazioni vissute superficialmente che
non mi hanno lasciato molto. Aspettavo il là, aspettavo che il tempo mi
riconsegnasse la voglia di farlo e i miei pensieri mi ritornassero quello che era stato negli ultimi due fine
settimana.
Due gare che non ho portato a
termine, due gare terminate prima, con il fisico che mi faceva accendere la
luce rossa dello stop.
Due gare profondamente differenti
tra di loro, la lavaredo e la dolmiti sky run.
Sbirciando in facebook e leggendo
qua in là, come si sfoglia un giornale, ho letto una definizione che diceva che la lavaredo sta all’UTMB, come
la dolomiti sky run sta alla PTL.
Ecco non so se sia questo il termine
giusto di paragone, anche perchè non ho corso nè l’Utmb, nè la PTL, ma qualcosa
di profondamente diverso c'è.
La lavaredo è il salotto buono, e la
recption di un Gran hotel, è la corsa dove mettersi in mostra, la dolomity sky run invece è la parte
essenziale di questo sport, dove la semplicità fa da padrona.
È come contrapporre un ristorante da
cinque stelle con piatti ricercati, dove anche la presentazione e la forma ha
un suo perchè, ad un osteria vecchio
stile dove gli avventori usano le bestemmie per congiunzione tra una parola e
l'altra, il vino si fa sentire e i piatti non hanno nulla di leggero, neppure
la ceramica.
Se devo scegliere dove stare, io sto
in osteria.
Sarà che mio nonno mi portava con
lui fin da piccolo ma quel mondo fatto di gente semplice mi ha sempre
affascinato.
Ascoltavo e guardavo incantato
quelle mani rugose che avvolgevano le carte, quei visi immersi nel fumo delle
alfa, una volta in osteria si fumavano le alfa erano molto gettonate, chi
ricorda questa marca di sigarette??, se le ricordate non siete molto
giovani........
Osservavo e ascoltavo quell’imprecare
sulla mossa errata del proprio compagno
di gioco, i dibattiti su chi aveva sbagliato “nell'ultima mano di carte”, il
sempre presente “so tutto io” che metteva tutti d'accordo spiegando con
padronanza cosa era successo, non che avesse ragione ma lo spiegava talmente
bene che tutti annuivano .
Era un bel periodo, dove ancora ci
si metteva l'abito “buono” della domenica, dove il cappello era quello da
festa, dove le scarpe erano lucide e non infagate dal lavoro dei campi, dove il
giorno di festa aveva ancora un valore e non sfociava nell'anominato di un
centro commerciale.
Nei 66 km della lavaredo ho vissuto
solo un sussulto, quando la strada da Misurina si impenna per raggiungere il
rifugio Auronzo.
Unico punto dove il cuore si appropria
delle tue mani e spinge insieme alle tue gambe, dove i tuoi
occhi ritrovano stupore in quella
roccia rossa che ti sovrasta , dove la discesa si può chiamare discesa, dove la
montagna la senti viva..
Poi una lunga strada bianca sotto il
sole e l'alzata di mano per uscire di scena al 66 km quando la tua schiena e la
tua testa si lasciano vincere e non riescono più a soffrire, perdendo quella
parte di gara che forse valeva il
biglietto di partecipazione.
La dolomiti sky run invece non è mai
stata banale, forse il primo km, forse quel poco di asfalto iniziale... poi è
stato un continuo sussulto di emozioni, di fatica, di sensazioni e situazioni
che mi ha portato al passo Duran dove oramai sfinito ho detto basta.
Ma prima di quel basta c'è molto,
molto da ricordare. C'è amicizia prima di tutto, l'amicizia condivisa con
Massimo mio compagno di viaggio,
fatica, bellezza, imprecazioni,
cadute, forcelle, sudore, panorami.
Sono stati 90km favolosi che non
volevo interrompere e l'ho fatto solo dopo 3 oki che non hanno sortito effetto,
solo quando il mia testa non ha sorretto
più il mio fisico.
Ma nessuno mi potrà togliere l'alba
al passo Giau, nessuno mi potrà togliere la vista del Pelmo, del Civetta. Nessuno
mi potrà togliere la luna piena che mi fa spegnere la frontale, nessuno mi
potrà togliere il sudore che bagna il mio corpo che sale…. nessuno mi toglierà
immagini e sensazioni vissute, le porterò anche queste dentro di me, mi
accompagneranno nei prossimi viaggi.
Anche questa volta non sono riuscito
a finirla.... ma io sono un testone... credo che ci rivedremo ancora Dolomiti
Sky Run......
alla prossima
Massimiliano
Tebaldi
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