E’ stato, di
fatto, l’unico compagno di viaggio che non mi ha mai abbandonato nei giorni del
mio Tor.
Fedele, onnipresente,
testimone silenzioso, e ne ha viste di tutte i colori….
Ha visto la
prima festosa giornata di Tor, tra la folla colorata di La Thuile e del rifugio
Defeyes che mi incitava e applaudiva e mi dava più carica di un pieno di
carboidrati!
Ha scollinato
con me a passo Alto e al Crosatti e poi al Col Finestra e all’Entrelor…. ed al
Loson con la neve ed il vento che solo al ricordo mi viene ancora la pelle
d’oca!
Ha ricevuto le
cure amorevoli e preziose nei bivacchi eliotrasportati sull’Entrelor e sul
Loson e alle basi vita, là dove una parola cara o uno sguardo materno o un
abbraccio “vero” fanno la differenza tra l’essere trailer e l’essere
partecipanti al Tor Des Geants. Ha ricevuto con me tutte le attenzioni che solo
i “volonTOR “ di questa gara sanno regalare a tutti i partecipanti.
È riuscito a
darmi forza, inconsapevolmente, quando nella solitudine di una fredda e
nebbiosa notte tra la Fenetre d’Ersaz e la Fenetre du Tsan, mi ha ricordato che
“ero al Tor”..... mi ha ricordato che anche se ero l’unico essere umano lassù nel
raggio di qualche chilometro in realtà avevo molti amici in gara e non che mi
supportavano a distanza e tifavano per me.
Ha condiviso le
mie emozioni quando il mio cuore ha cominciato a battere più forte sia per lo
sforzo che per l’adrenalina perché Denise era più vicina, perché ero felice e
soddisfatta di “battagliare” dando tutta me stessa con l’atleta che mi
precedeva e che stimo molto.
Ha sognato con
me quelle cime dei Giganti che purtroppo non si sono viste perché la nebbia, quella
birbante, le ha coperte permettendo solo di sognare paesaggi ed orizzonti che
pudicamente non si sono mai mostrati in tutta la loro bellezza.
Si è sporcato
un po’ con il sugo al pomodoro, con il brodo di calde minestrine, con il
succo di macedonia fresca che generose mani avevano preparato per noi viandanti
proprio in quei rifugi, in quei luoghi magari anche sperduti nei quali non
avresti mai pensato di trovare simili delizie.
Mi è rimasto
accanto quando sentivo la terribile mancanza del mio compagno Paolo, in gara
anche lui, che non ho visto nè sentito per giorni da quando il Tor è
partito… e non ci ero proprio abituata a quella lontananza, per niente.
Ha creato con
me un legame forte. Si’ perché puo’ sembrare strano, eppure quel braccialetto che
ti chiudono al polso al ritiro del pettorale rappresenta molto e, nel corso
del Tor, diventa un riferimento.
E ad un certo
punto dismette le vesti di semplice “oggetto” e diventa praticamente un RITO:
lui e il suo chip testimoniano che “ce l’hai fatta”, che sei passato in quella
base vita, in quel punto di controllo quando senti il suo “biiip”.
E cosi’ il
verbo “chippare” diventa musica per le tue orecchie e ti regala un po’ di
sollievo ogni volta che “chippi IN” alla base vita... e ti regala un po’ di speranza
e di motivazione quando “chippi OUT” partendo per il successivo punto ristoro.
E non mi ha
tradito nemmeno quando le parole “GARA ANNULLATA” hanno azzerato
l’entusiasmo bambino di “giocarmela fino in fondo” e di arrivare sul tappeto
rosso a Courmayeur ….
No, non
si è fatto contagiare dalla mia stanchezza mista a tristezza.
L’ho guardato e lui mi ha sussurrato dolcemente: “Non tagliarmi, tienimi con te. L’anno prossimo mi alzerai verso il cielo quando valicheremo assieme la fessura del Malatrà “.
Lisa Borzani Amatori Atletica Chirignago