mercoledì 28 gennaio 2015

TOR DES GEANTS DOMENICA 1° FEBBRAIO APRONO LE PREISCRIZIONI

Ecco l'ultima news letter ricevuta da VDA Trailers riguardo l'apertura delle preiscrizioni al TOR DES GEANTS 2015.



RONDA GHIBELLINA IL BEL RACCONTO DI MASSIMILIANO

Come al solito i racconti di Massimiliano  sono sempre molto coinvolgenti e riescono a trasferire le emozioni vissute in gara.



Ronda Ghibbellina

Ci sono gare che vanno fatte solo per ritrovare il gruppo, per ritrovare un clima di camerata con i tuoi amici, condividere un'altra esperienza, raccontare un po’ di aneddoti,

Il bello di questo sport è anche il contorno, quel ritrovarsi in palestra prima e dopo la gara. Condividere una serata serena, senza troppe ansie, con programmi futuri sempre più folli e malanni sempre più frequenti. Il trail ti permette di affrontare una gara anche se non sei al massimo, anche se hai dei problemi che ti renderanno difficili quei 44km. Basta affrontare il tutto con calma, senza guardare nessuna lancetta, andando e basta, concentrandoti solo su quello che ti circonda, cercando altri spunti per continuare, condividendo questa ennesima avventura con qualche compagno di viaggio “occasionale”.

Lasci fuori tutto, stress per primo, ti riprendi un ritmo a te congeniale e ti godi questa gita in terra toscana.

Prima volta per me alla ronda, qualcuno mi dice che è simile alla traversata dei colli euganei, alla fine, la trovo un po' più impegnativa con un tracciato senza grandissime pendenze in salita e in discesa, ma con dei passaggi discretamente tecnici che avendo gambe e fiato ci si può divertire davvero.

Io il fiato c'è l'ho, le gambe non tanto, soliti problemi da troppi km, e quindi parto con un compagno di “viaggio”, il dolore, che non mi abbandonerà mai, che ogni tanto, quando cerco di allungare mi fa un cenno sulla gamba dx e mi ricorda che lui è sempre lì, è li per me, si manifesta per ricordarmi di non forzare, di non eccedere, è come un semaforo che quando provo  a spingere un po' di più, diventa rosso e quindi quel poco di senso competitivo che avevo, va a perdersi e l'obbiettivo come sempre, rimane arrivare cercando di godermi quei 44km di sterrato,

Prima parte impegnativa, con una buona salita e tanto “ingorgo” che non ti fa prendere il ritmo e ti fa arrancare più del dovuto.

La partenza per i tre percorsi è stata data insieme e quindi dove il sentiero si stringe e diventa un po' più tecnico è inevitabile accendere le quattro frecce e aspettare che la file defluisca …..

Si corre sugli Appennini con altezza mai eccessive, con strappetti che però si fanno rispettare. Il passaggio in bosco con piccoli sali scendi che fungono da rampa di lancio  è divertente, mai noioso, il vento  che ti fredda quando arrivi in alto, accompagnato da pioggia ghiacciata, ti ricorda che comunque stai facendo un trail e la giacca vento.....serve.

Ai ristori un  odore di salciccia ai ferri mi regala attimi di gioia immensi, cosa può fare un odore “amico”, Le guardo con faccia languida e bavetta ai lati della bocca, ma resisto, stoicamente resisto, anche quando un volontario impietosito dal mio sguardo formato “cagnetto” me ne offre una su un pezzo di pane...a volte si fanno scelte inspiegabili..... Al 15 km sono tentato di girare sul percorso più breve, poi mi distraggo un attimo e mi ritrovo un paio di km più avanti sul percorso dei 44... adesso spiegatemi la logica di questa mia scelta, gamba che mi fa male dalla partenza, sono in crisi dal decimo....e mi ritrovo sul percorso più lungo?? torno indietro?? con la fatica che ho fatto per arrivare qui... si continua, maledicendomi come sempre.... ho un rapporto molto conflittuale con me stesso, nel senso che mi mando a ca..... molto volentieri parlandomi in terza persona... questo per prendere le distanze e fare “finta di non conoscermi”.... in fondo i matti è meglio allontanarli.

Percorso che comunque anche se non siamo su tanto amati “massi” dal mio amico Massimo si fa rispettare, ti prende con il fiato corto quando lo cerchi di domare, e io oggi al massimo posso domare salite formato “monopoli”. Corro, piano ma corro,  e mi rendo conto di quanto bello sia, di cosa riesco a prendermi con queste sgroppate in mezzo a un bosco o macchia che sia, sono fortunato  me lo devo ricordare più spesso, faccio quello che mi piace e lo faccio con i miei compagni, amici e con la Manu, che condivide con me questa mia passione.

Insomma nella vita basta veramente poco per sentirsi a posto, basta vedere il bicchiere mezzo pieno, basta sapersi gustare quello che ti offre, e anche se arrivo con le gambe che mi mandano allegramente a quel paese, una delle due in special modo, mi sono divertito e anche oggi mi sono gustato quella sana e spettacolare fatica...... e alla fine il boccale di birra offerto ai finischer dagli amici della ronda, mi regala il mio solito premio... altro che medaglie, una sana e gustosissima birra..... il dolore è già passato.... anzi non l'ho mai sentito.... alla prossima.

Massimiliano Tebaldi