giovedì 22 gennaio 2015

IL VIAGGIO DI LISA E PAOLO ALLA HK 100

Sì lo so che il termine “viaggio” è super inflazionato quando si parla di ultratrail.
Anche a casa lo sento ripetere spesso perché Paolo è affezionato a quel termine che usa sempre quando intraprende una “gita su 2 gambe” .
Sinceramente, però, sebbene mi sia sforzata di cercare un altro vocabolo, non ho trovato niente che riuscisse ad esprimere e a riassumere meglio in una sola parola quello che ha rappresentato per me questa “hongKongUanAndred” , detta cosi’ tutta d’un fiato, come la pronunciano i cinesi.
Anche perché considerato che c’ho impiegato più di 3 giorni per raggiungere la Cina sfido chiunque a contraddirmi se lo chiamo viaggio…anzi no…viaggione è più appropriato!

Il tutto inizia lunedi’12 gennaio quando una bombola di ossigeno mancante nella dotazione di sicurezza dell’aereo che ci dovrebbe trasportare a Doha (dove dovremmo prendere il secondo aereo per Canton ) fa slittare la partenza dalle 14 alle 21….Io mi allarmo un po’ mentre Paolo, ovviamente, prende tutto con filosofia: “se inizia così non può che migliorare”. Lapalissiano.




 All’aeroporto di Doha i gentili membri della compagnia Quatar ci informano che, avendo perso la coincidenza per Canton, dobbiamo attendere 20 ore per il prossimo volo utile.

Ok, mettiamocela via. Cerchiamo di “far girare bene” la cosa. In fondo ci forniscono un hotel di classe dove fare base in queste 20 ore…in fondo abbiamo l’opportunita’ di ammortizzare il jat lag…in fondo cosa c’è di meglio di una corsetta per Doha per ammazzare il tempo e scoprire qualcosa di nuovo?
E allora che “mission run” sia. Paolo mi ricorda di coprirmi non tanto per le temperatureche qui sono piacevolmente primaverili quanto per il fatto che, essendo in territorio arabo, di donne in giro ce ne sono poche e le rare che si vedono appaiono con il capo coperto e con vestiti che lasciano fuori solo mani e piedi. Questo aspetto mi fa riflettere moltissimo. Si’, lo sapevo anch’io che in questi paesi c’è questo modo di vivere, ma vederlo di persona e’ tutta un’altra cosa; mi fa davvero effetto. Capisco che tutto questo rientri nella loro cultura, ma faccio davvero fatica ad immedesimarmi in una realta’ di vita di quel tipo. Mi riesce facile solo osservare queste donne . Le osservo lungamente nel tentativo di capire attraverso cio’ che mostrano: piedi, mani e soptrattutto occhi. L’unica cosa che riesco a fare e’ augurare loro con tutto il cuore di poter essere felici come mogli, madri, ma anche e soprattutto, come donne. E’ una augurio che dedico loro davvero di cuore, da donna a donna , affinche’ il velo possa coprire solo il viso e non la loro serenita’.

Correndo mi guardo attorno: la citta’ appare ordinata, tenuta bene, ma e’ praticamente deserta…anzi no, in realta’ c’è parecchio traffico automobilistico, ma le persone che vedi in giro si contano sulle dita di due mani.
Lo scandire del tempo e’ sottolineato dal muezzin, la persona incaricata di salmodiare (ho scoperto che si dice cosi’) dal minareto il richiamo ad effettuare la preghiera islamica. Sentiamo il suo invito alla preghiera piu’ volte durante quelle 20 ore di permanenza a Doha e mi viene automatico fare un paragone con le campane del mio paesino che “battono” tutte le mezze ore e le ore. Certo, sono due cose completamente diverse pero’ nel totale rispetto della singolarita’ di entrambe le situazioni mi piace pensare che ci possa essere una lontana e sottile analogia dato che, comunque, si tratta di suoni provenienti da luoghi di culto. Voglio pensare che, un giorno, in una totale situazione di pace tra i popoli, questi suoni, uniti magari ad altri che non conosco, possano dare vita ad uno spartito di musica religiosa internazionale.
Sarebbe una musica dolce e di ampio respiro, proprio come il sogno che cio’ possa accadere.

Le 20 ore scorrono, tutto sommato, velocemente. Cosi’, dopo i numerosi controlli aereoportuali, ci ritroviamo sull’aereo per Canton. E’ gia’ mercoledi’ mattina.

Ho gia’ respirato aria internazionale, sono gia’ salita su due aerei, mi sono gia’ confrontata con tradizioni diverse dalle mie, ho gia’ “vissuto” intensamente, mi sono gia’ arrichita grazie al confronto e alla scoperta di nuovi luoghi. Ho gia’ fatto tutto questo e devo ancora arrivare in Cina. Domani finira’ questa 3 giorni di trasferimenti e da Canton iniziera’ un altro nuovo “Viaggio”.

Lisa Borzani

SCOTT - NUOVI MODELLI

Ecco i nuovi modelli delle scarpe Scott 2015

Scott Kinabalu SuperTrack, in uscita nel 2015
peso 249gr i dati relativi al drop non sono ancora disponibili
 
 
 


 
 

Scott ERide Grip 3.0
peso 333gr, altezza avampiede 18mm, altezza tallone 27mm

 



Scott T2 Kinabalu 2.0
peso 280gr, altezza avampiede 16mm, altezza tallone 24mm







Scott Trail Rocket,
peso 245gr, altezza avampiede 15mm, altezza tallone 19mm