mercoledì 3 giugno 2015

UN SOGNO CHIAMATO TOR DES GEANTS

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

Ricordo che il giorno 8 giugno 2015 alle ore 20.45, presso il Centro Culturale SAN GAETANO (via Altinate n. 71 a Padova), ci sarà questo evento imperdibile "UN SOGNO CHIAMATO TOR DES GEANTS".

Ospiti di spicco:

Alessandra Nicoletti: Patron del Tor Des Geants
Lisa Borzani: medaglia di bronzo a squadre al recente Mondiale IAU di Annecy e 2ª classificata al Tor Des geants 2014
Paolo Pajaro: finischer Tor Des Geants 2011 - 2012 -2013
Matteo Grassi: Vice Direttore Spirito Trail e finischer Tors Des Geants 2014




GRAN RAID PREALPI TREVIGIANE 30 MAGGIO 2015

Sabato scorso al Grand Raid Prealpi Trevigiane in gara in nostri eroi Massimiliano Tebaldi e Daniele Baroni, mentre al Raid del Col Visentin Michele Simion.

Ormai come consuetudine il grande Massimiliano ci regala questo bel racconto della sua gara.




Gran Raid Prealpi Trevigiane
Gran raid, grande sfida. Non tanto per distanza e dislivello, che comunque rimane di tutto rispetto, ma per come mi sento in questo ultimo periodo. Testa piena di pensieri lavorativi, fisico svuotato, tanto stress. Notti passate a girarsi nel letto con la leggerezza di un elefante.
Correre con la testa immersa nei pensieri non è facile, il gesto diventa macchinoso, privo di gioia. Si cerca di scaricare la testa, ma se ne ricava solo altro stress per risultati che non soddisfano. Corri con il corpo scollegato, non lo comandi a dovere, i tuoi passi non sono armoniosi. La notte prima della gara l'ho passata a fissare il soffitto, con la mente che spaziava a quello che mi aspettava il giorno dopo, alle soluzioni per un lavoro che si sta prendendo troppo di me.
È difficile concentrarsi su degli obbiettivi quando hai impulsi che arrivano da più parti. Sfrutti ogni momento libero per allenarti, ma corri contratto senza goderti quel gesto, quel momento che invece dovrebbe essere solo tuo, custodito gelosamente, diviso solo con la tua voglia di andare senza troppe domande.
Mi ritrovo in piedi senza bisogno di nessuna sveglia, con un entusiasmo che sta sempre più svanendo. I miei compagni di viaggio, Daniele e Marianna sono alla prima esperienza con una gara di questo chilometraggio e dislivello.
Sono giustamente intimoriti, ma curiosi, determinati, euforici. Dal loro sguardo si percepisce sicurezza e convinzione, faranno un ottima gara, la porteranno a casa con le unghie affilate dimostrando carattere e determinazione.
Cerco nei rituali pre gara un po’ di certezze. Lo sguardo di amici incontrati e ricontrati in tante gare mi da sicurezza, mi sento a casa , nel mio mondo.
Cerco di concentrarmi sull'immediato, su quello che succede tra cinque minuti non tra due ore.
Stringo i miei bastoni tra le mani cercando sicurezza. Sfoggio sorrisi da foto pregara e mi concentro su un obbiettivo, arrivare.
La partenza mi porta a correre in mezzo al gruppo, mi lascio trascinare dalla scia, non siamo molti siamo circa 170, ma tanto basta per sentirsi al sicuro.
I miei muscoli sono vuoti, sensazioni provate anche al Trail dell'Orsa. Mi concentro su piccoli segnali che arrivano dal corpo, cerco e trovo risposte, risposte non incoraggianti.
Scaccio con tutta la forza ogni pensiero negativo, ma tengo gelosamente quello che mani, gambe braccia, spalle mi trasmettono.
I piedi si muovono con sicurezza nel sentiero che si innalza, Appoggiano tra sassi e radici senza timidezza.
L'aria è fresca, ma si riscalda quasi subito.
Il primo pezzo si fa conquistare faticosamente, dopo un paio di chilometri di falso piano. Si sale, si prende quota, si spinge scrutando la terra che finisce calpestata dalle tue scarpe. Il bosco è umido, la sensazione di calore riempie il mio corpo.
Impugno con forza i miei bastoncini e spingo. Mi aiuto con qualsiasi parte del corpo, chiamo tutti i miei muscoli a raccolta. Salire mi regala una buona sensazione di conquista.
Tante volte mi sono domandando perché amo il trail.... amo il trail perché è fatica, perché ti ritorna indietro quanto investi di te stesso, ti ritorna il tuo lavoro il tuo impegno. Amo arrivare e sentire che mi sono conquistato quel traguardo, amo arrivare dopo essere salito e sceso con le mie forze senza nessuna scorciatoia. Amo questo sport perché qui contano le tue gambe e il tuo cuore, ogni metro te lo devi conquistare, non ci sono facili guadagni, non conta essere simpatici o piacioni, non conta conoscere qualcuno, non conta postare frasi “rubate” internet per fare bella figura e prendersi quel momento di gloria con tanti mi piace.
Conta solo il gesto, il tuo gesto, il tuo allenamento. Conta solo quanto sei disposto a soffrire, quanto devi impiegare per alzare l'asticella della tua sopportazione. Il trail è vero perché è solo un momento tuo, nessuno ti può aiutare, ti devi aiutare.
Si continua a salire e correre in cresta fino a raggiungere il Cesen e il primo ristoro al 17km.
L'aria ora è fredda. Una nebbia fastidiosa raffredda il sudore gelandolo sulla tua pelle. Ti regala una sensazione di fastidio che si impadronisce di tutto il corpo. Il te caldo servito gentilmente dai volontari riscalda il tuo corpo e ti regala nuova energia.
Si scende, si corre in discesa, le mie caviglie si dimenano tra le zolle irregolari del prato regalando una sensazione di fastidio a tutto il corpo. Si corre di traverso alla montagna, non è facile appoggiare il piede. Trovo un andatura regolare che mi da sicurezza.
La discesa in alcuni tratti diventa divertente, mi lascio guidare da quel poco di piacere.
Risalire è sempre la parte più dura, Col dei Moi è difficile da conquistare. Uno strappo di 400 o 500 metri in perpendicolare.
Sto faticando, ho difficoltà di concertazione, cerco continuamente spunti, cerco un motivo per continuare. Mi aggrego a Sabrina che ha lo stesso mio passo.
Procediamo insieme e ci aiutiamo a vicenda.
Altri stappi, altre discese. Si scende rapidamente e si risale in perpendicolare.
Il percorso è cambiato, la strada bianca che prima ti permetteva di mollare le gambe è stata tagliata . Continui saliscendi con strappetti spacca muscoli si susseguono. Il percorso è duro non lo ricordavo così, probabilmente perché la mia forma era migliore.
Ultima salita prima di giungere al Visentin. Sento che oramai è fatta, la sofferenza sta già passando per cedere il passo alla soddisfazione.
In alto la nebbia copre tutto, anche l'enorme antenna del ripetitore. Il mio corpo è gelato e tuoni lontani ricordano che un temporale è in arrivo,
Si scende rapidamente mentre il cielo minaccia ripercussioni. L'erba è scivolosa. Qualche goccia di pioggia scende aumentando il pericolo di caduta. Cerco di guadagnare il bosco e l'infinita discesa il più presto possibile. Discesa bella, discesa invitante, discesa che va giù tutto di un fiato. Lascio andare le mie gambe, le lascio correre, ritrovo piacere, mi riempio di soddisfazione.
Ci siamo, si ci siamo ultimi chilometri in piano per arrivare al lago morto, passare sotto l'arco e godermi il mio premio, mentre la pioggia scende con insistenza, ma non importa più, ho conquistato la mia gloria e ho la mia birra in mano... sono un signore, anche oggi ho vinto il mio premio..... alla prossima.

Massimiliano Tebaldi


MONDIALI ULTRATRAIL ANNECY

Ecco l'articolo relativo al successo ottenuto dalla nostra Nazionale con la Squadra Femminile ai Mondiali IAU di Annecy in Francia, che ha conquistato la medaglia di bronzo con il terzo posto a squadre.
Il Capitano della Squadra Femminile Lisa Borzani, viene giustamente ricompensata con questo articolo: