martedì 12 maggio 2015

1ª EDIZIONE TRAIL DELLA VALMEDUNA - 31 MAGGIO 2015




La POLISPORTIVA VALMEDUNA in collaborazione con l'ATLETICA LEONE SAN MARCO organizzano l’evento “FESTA DELLO SPORT”, che prego venga divulgato a tutti gli amici, famigliari amanti di sport.
Si tratta di due giorni, sabato 30 e domenica 31 maggio, in cui chiunque si potrà cimentare nelle seguenti manifestazioni sportive: calcio, pallavolo, corsa.
Relativamente alla corsa (mattina del 31 maggio), ci sarà la prima edizione del TRAIL DELLA VALMEDUNA:
lunghezza 20km e un dislivello positivo di 486m con partenza ed arrivo a Meduno. Ilpercorso, per gran parte sterrato,
si snoda sulle pendici dei monti tra Meduno e Solimbergo e va a toccare proprio i relativi Castelli Medioevali,
andando ad offrire ai partecipanti sia passaggi suggestivi dal punto di vista paesaggistico sulla Valmeduna che storici andando
a toccare i Castelli prima di Meduno, poi di Toppo e quindi di Solimbergo.
Lunghezza, dislivello e tipo di percorso non presentano particolari difficoltà quindi l’invito a partecipare è rivolto a tutti gli amanti
della corsa perché è sì un trail, ma è un TRAIL PER TUTTI!

sito web iscrizioni on-line: http://www.atleticaleone.it/2015TrailMeduno/index.asp



UNA NOTTE IN GRAPPA

Sabato e Domenica scorsa abbiamo fatto una delle nostre solite scorribande sul Monte Grappa, la nostra amata Montagna, si Montagna con al "M" maiscuola, Montagna Sacra alla Patria, terreno di innumerevoli allenamenti su sentieri che, anche se percorsi centinaia di volte, non stancano mai la vista e l'anima per le bellezze che sanno regalarti.
Al primo tentativo, venerdì sera, abbiamo cercato di partire in quattro, io Massimiliano Tebaldi, Fabrizio Amadio e Alberto Pandiani , ma purtroppo il meteo ci ha respinti.
Subito il giorno seguente, secondo assalto alla vetta, questa volta riuscito alla grande, purtrobbo Alberto non è potuto venire con noi causa impegni familiari..... la famiglia va sempre prima di tutto!!!!!

Di seguito riporto il FANTASTICO  racconto di Massimiliano che con le Sue parole molto toccanti ha saputo, come al solito, descrivere le emozioni vissute in quella magnifica notte di fatica e compagnia tra Grandi Amici.




Una notte in grappa

Un'altra occasione per ripulire la testa, per riprendersi un po' di serenità. Lasciare con il buio della notte i pensieri della settimana. Il giorno prima la nostra gita è saltata, troppa acqua, troppe saette a illuminar cielo e cima del Grappa, troppo pericoloso avventurarsi in alto, la montagna non perdona e rischiare è da sciocchi, meglio rimandare.
Perdiamo un pezzo del quartetto iniziale, Alberto che per impegni famigliari deve rinunciare.
Siamo rimasti in tre io Massimo e Fabrizio.
Massimo è l'ideatore del giro, l'esperto della zona, con la sua sana passione per questa montagna e per la sua storia.

 
Storia di sofferenza, storia di prima guerra mondiale, storia di scontri tra gente che forse non sapeva neppure perché si trovava là a difendere o conquistare un pezzo di terreno così aspro, duro, ma bello, bello, tremendamente bello.
Si parte in allegria e in punta di piedi, senza esagerare, ci aspettano tante ore e tanti chilometri di una compagnia in solitudine.
Ognuno porta dentro di se il suo “viaggio”.
Viaggio di pensieri, viaggio di chilometri, viaggio di dislivello, viaggio di immagini, viaggio di sensazioni.
Fa caldo ma l'aria è pulita, limpida. Una grandinata ci ha proceduto, ha ripulito tutto per bene, ha lasciato tutto in ordine e in silenzio.
Fabrizio è quello che sembra più in forma, sale senza fatica, sta preparando il suo TOR, lo sta preparando con puntiglio e giusta determinazione.
Massimo guida le danze, ha fame di montagna, ha fame di roccia, la sua gamba procede con forza e sicurezza. Io chiudo dietro, raccolto nei miei pensieri e nel mio ansimare.
Le mie mani stringono con forza i bastoncini che mi aiutano a salire. Le gambe rispondono come possono alle mie sollecitazioni. La mia mente viaggia alla ricerca della vetta.
La roccia bianca è ripulita e scivolosa grazie alla pioggia che ci ha proceduto. L'odore del bosco si fa sentire, riempie tutti i nostri sensi olfattivi.

Salire è duro, ci sono strappi di una pendenza che mette in difficoltà. Lo zaino al seguito è un po' troppo pesante, pieno di acqua e cambio di indumenti frutto della tua indecisione su cosa portarsi al seguito o lasciare in macchina.
Il sudore riempi la tua fronte e ricade salato nei tuoi occhi e nella tua bocca. Tra una risata, una battuta e un pensiero interiore si esce dal bosco all'imbrunire.
E' l'ora che preferisco, quando il giorno si congeda dalle sue fatiche e la notte si prepara al suo sonno. La luce è filtrata.
La pioggia ha regalato alla vallata varie tonalità di colore, verde scuro, verde brillante, verde chiaro.
La roccia spunta con maestosità ed eleganza, si fa ammirare con consapevolezza.
In alto lo spettacolo è entusiasmante. Gruppi di camosci ci accolgono incuriositi e sospettosi. Con loro anche qualche esemplare di muflone, prima volta che riesco a vederli qui sul Grappa.
Il nostro andare è ancora sicuro e voglioso, arriviamo in alto in piene forze e con la giusta sete per gustarsi seduti una sana birra accompagnata da un buon strudel.
Massimo e Fabrizio sono sempre davanti a me, io sono in difficoltà a tenere il loro passo, mi posiziono dietro e li controllo a vista. L'aria con il giungere del buio diventa frizzantina e ghiaccia il sudore che bagna la maglia. Ora la montagna la si scruta attraverso il raggio della lampada frontale che illumina il tuo cammino. Testa bassa e spinta.

I piedi avanzano con forza nel sentiero, mentre la testa spazia nella tua vita, presentandoti il conto di tanto silenzio. La testa è quella che aiuta il tuo andare, è quella che ti fa amare non solo il gesto atletico ma prima di tutto quello che ti circonda.
Il buoi ha il suo fascino, la notte con i suoi rumori è un'esperienza da vivere che arrochisce i tuoi ricordi. Si scende si va giù in paese di cui non mi ricordo il nome, nonostante che Massimo con pazienza me l'ha ripetuto più volte. Si scende e la temperatura sale e si suda. La discesa di notte è sempre pericolosa, non ci si può distrarre. Ora la fatica comincia a farsi sentire, le gambe cominciano a soffrire. I miei amici sono sempre davanti a fare da apripista, di tanto si fermano ad aspettarmi, ma il nostro andare insieme dura poco, poco tempo e si ristabiliscono le stesse distanze di prima.
Si arriva in paese a bassa quota per poi risalire, riprendere tutto il dislivello perso.
Risalire per trovare le creste e ritornare a cima Grappa. Si va verso Fontana Secca.

Il sentiero si impenna e si sale tutto di un fiato. Il raggio della tua lampada non può illuminare la fine della salita, devi solo spingere e salire cercando un ritmo appropriato, aiutandoti non solo con le gambe ma anche con le tue mani e corpo. N’ostante sia notte, la bocca si secca e il sudore inzuppa i tuoi vestiti hai bisogno di bere ma nello stesso tempo non puoi bere senza freno, devi conservare l'acqua per il resto del viaggio, non ci sono ristori come in gara devi imparare a gestire le tue risorse.
Cominci a porti degli obbiettivi e dei tempi di bevuta.
I piedi spingono nel terreno, la tua voglia di salire è ancora intatta.
Si arriva in alto, l'aria fredda ti penetra tra i vestiti, ti gela. Si procede in cresta un tempo infinito per raggiungere cima Grappa, siamo stanchi.
Arriviamo in cima mentre il giorno si sveglia e la nostra crisi arriva, il più è fatto, ultimi 13 km di discesa, discesa difficile da affrontare quando la testa è pesante e le gambe sono un po’ cotte.
La luce che arriva da il cambio alla tua frontale, le gambe vanno avanti per inerzia, arriviamo dopo una infinita discesa, stanchi ma soddisfatti con la testa scarica di tutti i pensieri e con quel sano senso di fatica fisica che solo un viaggio nella natura sa regalarti..... ora più che una birra mi serve un caffè la birra la conservo per il pomeriggio....

Massimiliano Tebaldi