Ieri 17 maggio 2015 abbiamo partecipato al Trail dell'Orsa, io Alberto Pandiani, Fabrizio Amadio, Massimiliano Tebaldi e Paolo Pajaro. Lisa, in vista dei vicini Mondiali ad Annecy non ha gareggiato e ha preferito una corsetta leggera di allenamento.
La giornata è stata fantastica, il percorso di gara molto suggestivo can grandi panorami nelle cime e nelle vallate circostanti. Interminabile la discesa per tornare all'arrivo, resa ancor più difficoltosa dal caldo e dall'umidità.
L'organizzazione impeccabile, balisaggio pefetto, volontari, come sempre, super disponibili. GARA VERAMENTE CONSIGLIATISSIMA!!!!
Ecco, come ormai tradizione vuole, il bel racconto di Massimiliano
Trail dell'Orsa
Sveglia
alle 3,30 per questa ennesima avventura. E' paradossale nel weekand oramai mi sveglio prima dei giorni lavorativi. La
storia si ripete da weekand a weekand, con domanda al suono della sveglia che
si ripete di volta in volta.
Parte
dal mio cervello e si ripercuote in tutto il corpo.... chi me lo fa fare??!! Domanda
che trova la giusta collocazione nei pensieri negativi mattutini e accompagna
il mio barcollare a tentoni per uscire dalla stanza senza svegliare la Manu.
Non
sono fresco come una rosa, la testa è un macigno pieno di pensieri lavorativi
mescolati con i problemi adolescenziali dei miei figli, un mix da paura, capace
di accaparrarsi tutte le energie, poche, che sono dentro di me.
Oggi,
come oramai accadde sempre più spesso per me, sarà importante partire e
arrivare, senza nessuna velleità, cercando di trovare stimoli e voglia strada
facendo.
Sono
stato fermo due mesi e mezzo e questo stop lo sento tutto. Le caviglie sono
ancora doloranti dall'ultima uscita in Grappa, i muscoli non mi lanciano
segnali incoraggianti.
Massimo
e Alberto, miei compagni di viaggio li vedo bene, credo che oggi mi dovranno
aspettare un bel po'.
La
gara l'ho fatta anche lo scorso anno, non la ricordo molto bene... ma qualcosa
mi dice che soffrirò....
Alle
7,00 il via intravedo Lisa ai bordi, oggi non corre, riposa e questa è già una
notizia......
Paolo
mi passa poco dopo la partenza, lo vedo allontanarsi nella strada che sale con
notevole agilità, mentre Massimo Alberto e Fabrizio, mi hanno sorpassato subito
senza aspettare troppo.
Primo
tratto di salita e il cuore impazzisce.
Battiti
che vanno su in accoppiata con la strada. I muscoli si gonfiano facendo presa
sul terreno..... ma è tutta scena sono vuoti, fiacchi.
In
compenso la testa che era stracolma di cattivi pensieri, si svuota e si
concentra solo su quello che sto vivendo in quel momento. Poggio i miei piedi
sugli scalini che dettano il ritmo della scalata. Faccio presa e cerco un ritmo
accettabile. Fa caldo sono già zuppo di sudore. Alzo poco la testa, quando lo
faccio cerco uno spunto per continuare.
Di
tanto in tanto qualche cartello ci ricorda che stiamo salendo per il sentiero
della speranza per arrivare in alto al santuario. L'ultimo pezzo è da mettere
via nei ricordi come esempio di penitenza.
In
compenso il paesaggio di lato è di quelli che non puoi non ricordare, troppo
bello da dimenticare. Con una vallata verde che fronteggia la roccia che stiamo
salendo, sotto uno strapiombo che ti ricorda di non distrarti troppo.
Non
ingrano, non è giornata, devo giocare in difesa, chiudermi a riccio racimolare
energie e proseguire senza esagerare con un ritmo adeguato.
Si
sale ancora, si deve guadagnare nel primo tratto quasi 1000 D+
Alcuni
strappi nel bosco sono difficili da gestire.
Fuori
dal bosco prima di rientrare, il percorso ci concede un vista sulla Val D’Adige
che vale tutta quanta la fatica che abbiamo fatto e che faremo. Uno spettacolo
naturale di una vallata che incanta.
Bosco
e cime verdi guardate dall'alto dalle montagne con la “M” maiuscola , ancora
spruzzate della neve invernale... applausi. La fatica in questo momento ha un
senso.
Arrivo
alla malga Cerbiatto stanco, ma fiducioso, anche se al bivio al 20 km la
tentazione di girare sul percorso dei trenta è tanta, ma non abbastanza per farlo....
mi frega sempre il mio senso di andare fino in fondo di non mollare..... ritirarsi,
non è così facile farlo.
Il
sole oramai è uscito del tutto, nei tratti fuori dal bosco picchia sulla mia
testa con convinzione. É un continuo sali e scendi che lavora ai fianchi.
Arrivo
ai piedi dell'ultima salita che mi porterà sul punto più alto del percorso,
convinto che il peggio è passato. Raccolgo le forze e salgo, salgo, salgo, fino
a raggiugere le creste dove lascio andare le mie gambe a quel poco di ritmo che
riescono a fare.
La
discesa che mi riporta nel punto di partenza è infinita, ma mi lascio guidare
dalla voglia di arrivare. Arrivo quando i miei compagni di viaggio sono oramai
stanche di aspettarmi, Massimo in mano ha il mio premio.... una birra... che
bel premio.... una birra per favore, anche questa è fatta
Massimiliano Tebaldi
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